Ogni animale è una persona per questo abbiamo camminato fino a San Pietro… e ora vi racconto com’è andata! E sto raccontando io non perchè la ragazza non sia in gamba, ma perchè ci tengo a farle un favore! Non lo ammetterà mai, ma è ancora molto provata dal viaggio e non fisicamente! (Quella squilibrata è tornata a già a fare Canicross e senza il mio consenso!)

Facciamo un breve riassunto per amor di cronaca, siamo partiti – dopo tre giorni di Rally Obiedence – per raggiungere Piediluco, uno sperduto villaggio umano sulle sponde di uno splendido lago a due passi dalle cascate delle Marmore, in Umbria. Dopo essermi sparato un certo numero di ore di coma – per riprendermi dal suddetto sport – mi ritrovo con la mia umana e un paio di zie super speciali a respirare quest’arietta vispa da montagna…
Primo giorno: Piediluco – Poggio Bustone
Si parte! Dopo aver conosciuto il resto del branco: una bella manciata di umani caciaroni, con zaini, racchette e tutto l’occorrente per una bella passeggiata – buon segno!!! – e qualche compare quadrupede, un paio di bracchi che mi incuriosiscono (Noè e Nino) a cui non mi fanno avvicinare e Atena, una squinzia timida e che non ha apprezzato il mio primo approccio… ma la conquisterò – parola di lupetto!
Una giornata leggendaria!!! Soprattutto quando mi sono conquistato la libertà e le due cagnoline che abbiamo “adottato” lungo la via mi hanno fatto conoscere i boschi della zona, correndo con me dentro e fuori i torrenti, inseguendo le tracce dei cinghiali e facendosi coccolare dal gruppo. Solo che sono arrivate con noi fino a Poggio Bustone e zia Gemma, con altre due compagne di cammino (le mamme di Atena) le hanno dovute riaccompagnate a casa! Ma non sono le uniche che abbiamo incontrato, molti altri erano rinchiusi e li sentivamo piangere da lontano… sono decisamente un lupetto fortunato!
Secondo giorno: Poggio Bustone – Rieti
Lascio ancora che siano le immagini a raccontare, ma aggiungo solo che mentre la strada si fa più facile in molti punti, vedo sempre più spesso che gli umani confabulano, chiamano una certa Ilaria dell’ENPA al telefono e le loro espressioni sono tristi… e spesso io sento nell’aria pianti lontani e l’odore della paura… sì, amici miei, in alcuni punti ce n’era tanta davvero e anche alcuni cani che abbiamo incontrato l’avevano addosso… poi, per fortuna, io riprendevo a correre nei boschi e ad ammirare i profumi della terra, ma loro no.
Terzo giorno: Rieti – Poggio San Lorenzo
Visto cheinizio davvero ad affezionarmi a tutto il gruppo tanto che la mia umana ogni tanto mi dà del paranoico perchè quando qualcuno si allontana do di matto, questi cosa fanno? A pochi passi dall’Agriturismo dove tutti avremmo alloggiato e condiviso una piacevole serata tra coccole e pappa, si dividono! Meno male che con me rimane anche Gaetana (mamma dei bracchi) con Ughetto, un fantastico piccolo Breton, un po’ esuberante, ma con tanto potenziale… mi garba il ragazzo!!! E mi aiuta a superare il distacco dai pazzi che prendono la via dei boschi… per fortuna sono tornati tutti!
Ps: forse ho esagerato, certamente ho fatto ridere tutti, quando, lasciando la mia umana indaffarata in bagno, sono sceso a sollecitare che le zie venissero a nanna, quindi sì… ho aperto la porta della camera, sono sceso in sala da pranzo, le ho chiamate e poi… beh, la Eli in pigiama è arrivata a riportarmi su! Ma dico io, era già mezzanotte passata!
Quarto giorno: Poggio San Lorenzo – Ponticello di Scandriglia-Monte Rotondo
Qui c’è stata una delle “pettate” come le chiama zia Irene, più toste di sempre, una salita dove nemmeno io avevo fiato, nemmeno con il 4×4 che mi dicono tutti di avere! Ma soprattutto, anche qui… tanti, troppi amici messi malissimo… davvero male, con ciotole piene di acqua contaminata di cadaveri di altri animali, che non vedono cibo da giorni, che piangono disperati e la bellezza della compagnia e del paesaggio, davanti a tutto questo non basta… non basta davvero! Certo passeggiare tra gli ulivi aiuta a distrarre, ma il ritmo della giornata è riflessivo e lento… forse troppo, perchè al calar del sole siamo ancora nel nulla! Per fortuna a me, Eli, Gemma (che ha un ginocchio e mezzo) e zia Ale, (una pazza che cammina da Assisi!!!) ci recupera Eugenio, il papi di Ughetto e ci accompagna fino a Piediluco a riprendere la macchina… mentre zia Vero e gli altri si inoltrano nelle tenebre e finiscono il percorso di oggi!

Per questa coppia speciale di zii purtroppo è l’ultima tappa, sono triste perchè non li rivedrò domani e alle mie compagne di viaggio mancherà sicuramente tanto anche il fatto che grazie a loro sono riuscite a non portare ogni giorno quegli enormi zaini, ma soprattutto mi mancherà essere chiamato Ezechiele da Gaetana (le piace chiamarmi così e visto che dopo mi coccola, piace anche a me!) E le coccole rudi di quel meraviglioso cacciatore che è Eugenio (sì, un cacciatore che ci aiuta a portare al papa il messaggio che tutti gli animali contano come me e come gli altri cani e gatti amati davvero!)… che strane vie questa vita!
Quinto giorno: Monte Rotondo – Monte Sacro…
Tappa ni, ottima la compagnia – che si è ampliata molto – con altri umani ottimamente disposti a coccolarmi e un paio di nuove conquiste (Remy, timida canetta che però me ne ha dette quattro e Joy, canetta timida per nulla, che me ne ha dette subito cinque!). Peccato che ci si è subito avvicinati molto alle città e che le occasioni per scorrazzare liberi erano poche, per questo, in una di queste rare occasioni, riuscendo a trovare un bel sacco pieno di cadaveri putrescenti sono stato costretto dalla mia natura a tuffarmici a capofitto, uscendone di un dignitosissimo verde marcio e con un odore strepitoso… che mi ha procurato una doccia appena arrivati a Monte Sacro! Questa parte non mi è piaciuta molto!
Sesto e ultimo giorno: da Monte Sacro si arriva a San Pietro…
E, scopro che è tutta città!!! Mannaggia… niente scorribande tra i campi o nei boschi, tuttavia, si uniscono a noi davvero tanti umani e davvero tanti cani, tra cui conquisto un avventuriero di nome Red, podengo di 9 anni inarrestabile, la sua ziona levriera e un altro paio di nuove compagnie… con le quali arriviamo in pompa magna in questa strepitosa piazza, l’emozione era palpabile anche per noi che eravamo davvero davvero stanchi!!!
In realtà la nostra avventura non finisce qui, abbiamo visitato anche Frascati e siamo poi tornati a Piediluco (dove abbiamo scoperto la rocca abbandonata che domina il lago) prima di tornare a casa… tuttavia, ho voluto scrivere io l’articolo anche per un’altra ragione… l’umana cerca di far capire a tutti quelli che chiedono del Cammino il perchè abbiamo percorso 151km e fatto 190.685 passi (questi quelli dell’app Salute di Eli, io ho almeno il 10-15% i n più!!!) E volevo farlo anche io, perchè è importante.
Momento serietà
Tutto questo nasce grazie allo spirito incrollabile di un uomo che ho avuto il piacere di conoscere e da cui mi sono fatto ben coccolare (ogni lasciata è persa!), Angelo Vaira, ma durante le ore, si è arricchito dello spirito di tutti i compagni di viaggio, a ogni passo prendeva vigore perchè, quello che questo pellegrinaggio sta cercando di dire, non è un’invenzione. Io sono un lupetto fortunato, ma per qualche giorno ho condiviso il destino di molti dentro quelle gabbie, ero piccolo, certo, ma la sensazione di terrore nell’essere abbandonato me la porto dentro ancora, è una cicatrice profonda… e molti degli animali che abbiamo incrociato, non solo cani, ma anche galline, pecore, cavalli… tanti di loro non avranno una seconda possibilità come l’ho avuta io… molti di loro hanno tutta la loro vita tra quelle grate. Certo, un discorso così da me non ve lo aspettavate, io che vi intrattengo sempre con racconti pieni di risate e di avventure tra i boschi, ma capisco bene anche io quando è il momento di mollare il legno lungo il sentiero e guardare oltre le gabbie.

Camminare con questo scopo ha reso tutti più forti, ma soprattutto consapevoli… perchè “ogni animale esiste, ogni animale è una persona, è necessario cambiare il modo in cui li si guarda, è necessario essere meno arroganti e vedere davvero chi sono, guardarli negli occhi e cambiare”… questo il nostro pellegrinaggio, questa la nostra speranza…