M onte croce di Muggià è una montagna della Lombardia con un ‘altitudine di 1779, si trova nella regione del lago di Como, vicino alla città di Bellano.

Gennaio, ma un gennaio di quello degli ultimi anni, con poche nevicate alle spalle, la terra ancora secca e un freddo decisamente troppo sopportabile. Su suggerimento di un carissimo amico che ha già condiviso con noi l’entusiasmo del Palanzone e profondo conoscitore della zona, tentiamo questa escursione che ha detta sua è “un percorso tranquillo”, e qui s’intende che serve solo a giustificare in parte il pranzo al rifugio Capanna Vittoria, che di fatto prende  la maggior parte del tempo organizzativo e del nostro entusiasmo.

Questa volta il gruppo è estremamente numeroso e variegato, così dopo esserci assicurati di essere equipaggiati con guanti e cappello, a un’oretta abbondante da casa (Milano) arriviamo a Casargo e da qui altri 15 minuti per arrivare all’inizio della passeggiata. Si quindi raggiunge l’Alpe Giumello (m 1.530) e ci si addentra subito  in un paesino dalle case tipiche delle montagne lombarde che sembra tagliato fuori dal tempo. Loki non perde tempo e inizia subito a giocare con Kyra, la sua super amica il Labrador nero, ignorando il fatto di essere ancora entrambi al guinzaglio.

Ora, bisognerebbe capire un attimo con questi nostri umani la necessità di quella corda che ci tiene legati a loro. Io non vado da nessuna parte! Al massimo mi allontano un po’ giusto perchè mi piace da matti esplorare, annusare e correre; per non parlare di quando inizio a giocare con Kyra e mi arrotolo su tutto, è veramente scomoda, la farei provare a loro. Non è che mi tengono sempre così, quindi appena mi liberano li perdono, anche perchè ho notato che tendono a incastrarmi con questo aggeggio soprattutto in città, se ci sono case, altri animali al pascolo o cani dietro i cancelli – questo credo sia colpa mia, una volta infilando il naso tra ke  sbarre un boxer mi ha assaggiato il naso! La mia umana credo si sia spaventata moltissimo, anche se io preferivo sicuramente andare al parco e non correre dal veterinario!

Il sentiero si dimostra subito all’altezza delle nostre aspettative, passato il paesino seguiamo le indicazioni per l’Anello del Monte Croce di Muggio dove inizia a salire con dolcezza ed è davvero un’escursione semplice e assolutamente favolosa per il panorama di cui si gode. Peccato che forse gennaio non fosse esattamente il mese più adatto e probabilmente si presta più ai periodi di mezza stagione. Il primo tratto, l’unico che riusciamo a fare davvero, è formidabile per il panorama a perdita d’occhio sul Lago di Como e la vista che spazia fino al Monte Rosa. A causa del fortissimo vento siamo costretti a tornare sui nostri passi, era tanto forte da non permetterci  di proseguire.

Avevo già il sospetto che il vento non mi piacesse, ma dopo oggi, lo odio. Neanche tenendo le orecchie completamente indietro e camminando basso basso riuscivo a muovermi! Mi sentivo spostare contro la montagna e facevo una fatica incredibile a stare in piedi! Fortunatamente anche il branco aveva le stesse difficoltà e alla fine abbiamo fatto retro front!

Non abbiamo quindi potuto scoprire il resto del sentiero che entra poi in  Val Varrone dove si sarebbe proseguito ammirando le cime del Monte Legnoncino e Legnone. Saremmo poi entrati in un bosco di larici, continuando fino alla chiesetta di San Ulderico dell’XI secolo, posta su una terrazza panoramica (m 1.394). In compenso, abbiamo scelto di fare almeno un semicerchio, e tornati al parcheggio, abbiamo imboccato quella che sarebbe stata la fine del sentiero e ne abbiamo affrontato un lungo tratto al riparo dal vento. In questo breve tragitto contromano, abbiamo scoperto bellissime distese di prati in quota in cui ancora c’era il residuo di qualche nevicata.

La neve, la neve è qualcosa che mi rende felice. Non c’è molto altro da dire, mi rende euforico, non sto nella pelle. Appena la sento sotto i piedi impazzisco, devo correre, saltare, la devo assaggiare e mi ci devo tuffare dentro. Anche se è poca e ghiacciata! In realtà non è la prima vera neve della mia vita, e più che altro ghiaccio, ma so già che mi piace tantissimo!

E alla fine, dulcis in fundo, troviamo un laghetto ghiacciato dove chiaramente decidiamo di improvvisare una partita a hockey, dove necessariamente dobbiamo fare delle foto estremamente complesse da organizzare e dove i due cani  pattinano che è una meraviglia. Confortati un po’ da questa breve esplorazione fuori programmi e raggiunto ormai un orario ragguardevole per fingere di avere fame, ci fiondiamo al rifugio dove veniamo coccolati dal menù che non smentisce il fatto che in montagna si mangia bene davvero. La pasta fatta in casa è incredibile e il brasato con la polenta, non stiamo neanche a raccontarlo, perchè finché la scrittura non sarà in grado di dare sapore e profumo, non ha proprio senso! Voi direte, finiamo così?

No, decisamente no, poiché la componente di sana ignoranza di questo gruppo è decisamente alta, con pancia piena e testa galleggiante decidiamo di raggiungere  la croce in cima al Monte Giumello, che a vederla non sembra una gran cosa, ma vi assicuro che è stata una vera legnata per le gambe, soprattutto perchè non si è mica saliti per il sentiero, no, si è saliti dritto pre dritto!

Mi arrampico, inizio letteralmente a salire e ammetto che non è stato facilissimo, ma avevo comunque una voglia incredibile di giocare con Kyra che però non mi dava retta più di tanto, sembrava più concentrata a mettere una zampa davanti all’altra e a insultare mentalmente la parte umana del branco per quell’ottima idea!

Arrivati in cima torna a trovarci lo stesso vento che ci ha costretto  a  tornare indietro qualche ora prima, il panorama è pazzesco e le luci del tramonto iniziano a tingere tutto e tutti con quei colori incredibilmente magici che solo i tramonti sanno regalare. Ci godiamo per qualche minuto quella quiete e poi, prima che le ombre della sera ci raggiungano, torniamo indietro e puntiamo nuovamente al rifugio, questa volta per cioccolate e tè caldi. Una parte del gruppo  si  stacca perchè decisa a raggiungere esattamente la croce che segna il cucuzzolo, la maggior  parte di noi decide che va bene anche così. Al caldo del rifugio attendiamo i superstiti prima di rimetterci in macchina per tornare a casa e nonostante il buio siamo riusciti a non perdere nessuno!

Nulla da fare, la montagna mi piace e molto! Non sono male neanche i momenti di pausa in rifugio, quando si dorme al caldo e coccolati da tutti!