Un’avventura all’insegna di vento gelido, paesaggi incantati, arrampicate con ciaspole e tante risate!

Destinazione Alpe Devero, un paio d’ore di auto da Milano e un certo tot numero di caselli… non li ho contati perchè intenta a chiacchierare e sonnecchiare con la zia Stefy mentre i ragazzi ci conducevano verso questa nuova avventura e mentre Loki partecipava ronfando tranquillamente.

Ora spiegatemi perchè la sveglia alle 5… ditemi se è legale!!?!?!? Rendiamoci conto che ne io ne il mio umano sembravamo d’accordo con questa iniziativa… tant’è che la Eli (l’umana che prende queste decisioni opinabili) ha dovuto convincerci a suon di colazione per farci uscire dal torpore delle coperte! 

Arriviamo a destinazione dopo una galleria che Moria era solo per principianti, poi passiamo la sbarra dei parcheggi (eh sì, il paese è in fondo a una valle chiusa, i parcheggi esterni costano 6euro al giorno e 8 se si vuole mettere nel silos coperto). Consigliamo – se si arriva relativamente presto – di salire il più possibile perchè il tratto su tonanti asfaltati dal primo parcheggio al secondo è notevole! 

Una volta parcheggiato e aver rimpianto quest’idea a causa del freddo tagliente che ci ha accolto non appena aperta la portiera dell’auto, ci incamminiamo, ciaspole agganciate allo zaino, mani ghiacciate impegnate a gestire cane ed equilibrio e muoviamo i primi passi sperando di non spararci un volo super epico! 

Indicazioni di servizio, i bagni pubblici sono di fronte al silos e sono a pagamento; giusto per dire son 50 centesimi investiti dignitosamente.

Prima tappa, genepì di benvenuto e poi si parte alla ricerca del famigerato e consigliato sentiero per il Monte Cazzola. Tuttavia, anche se trovato il sentiero, su consiglio di un amico dello zio Jen, prenotiamo per il pranzo all’Antica Locanda Alpino. Riprendiamo il cammino, salutando una nuova amicizia del canino, un pastore bellissimo e, beh, con carattere. 

Okay, gli umani pensavano fosse un lui, invece era una lei… e che caratterino!!! Io ho provato a conquistarla con una serie di mosse e trucchi da lupetto impertinente, ma mi rimetteva subito al mio posto…che tipa ragazzi!!! Dovrò tornare a trovarla! So di aver comunque fatto un certo effetto!

Una volta arrivati in paese, troverete sulla destra un ponte passato il quale dovrete tenere la sinistra e ancora, dopo un 400m, nuovamente la sinistra e  li si inizia a salire. Piccola nota: quest’Alpe Devero è una sorta di paradiso di neve, casette da villaggio di Babbo Natale, ciaspole e sci d’alpinismo… quindi – soprattutto se andate come noi nel fine settimana – rischiate di trovare comunque molta gente! 

Noi puntiamo alla cima del monte, tempo stimato dal cartello 2h30min in linea con quanto ci era stato detto dal nostro insider così ci incamminiamo eh… ragazzi, tira… tira davvero, la neve è perfetta per camminare e anche se a ritmo calmo e tranquillo, dato anche dal fatto che nel primo tratto eravamo praticamente incolonnati nel sentiero che si inoltra nel boschetto, dietro a ciaspolatori e sciatori, le gambe iniziano a bruciare e il fiato a farsi corto. Consiglio spassionato, fate un paio di uscite prima (possibilmente con ciaspole annesse) e vestitevi il più a cipolla possibile! Il freddo dopo due o tre tornanti ad arrampicare quasi non si sente e anche la termica sembra di troppo, soprattutto se siete calorosi come me! 

Boh, nello stesso momento di pausa – uno tra i primi che gli umani avrebbero fatto da lì al ritorno – c’era nel branco chi si metteva dei cuscinetti riscaldanti nei guanti e chi tra un po’ restava in maniche corte… son strani sti umani! Comunque, sono un toccasana queste pause, sapete perchè…? Perché posso esplorare senza problemi i dintorni del bosco e oggi ho scoperto le pigne!!! Le pigne piccole, piccole dei larici! Spettacolari… ci ho giocato per ore perchè rotolano sulla neve! 

I paesaggi che ci aspettano a ogni passo verso la cima sono qualcosa da togliere il fiato, e non solo per la fatica, cime intoccabili, roccia e ghiaccio, un cielo azzurro infinito e… sì, anche un vento incredibile! Ma non ci ha fatto desistere, sfidando la sua forza, imbacuccati come fossimo in Alaska, con il lupetto che si faceva 30-40 km più di noi di corsa, nonostante anche lui fosse profondamente infastidito, abbiamo raggiunto la vetta e ci siamo messi in coda per farci fare una foto! 

Ma ne è valsa la pena, il paesaggio che si gode da lì ha qualcosa di magico e ti fa davvero chiedere cosa facciamo noi per meritarci di poter mettere gli occhi su una cosa del genere! Poi arriva Loki, con la sua grazia ed eleganza, a chiederci invece perchè stiamo lì fermi nonostante il vento e la palese ora di pranzo! 

Mi piace la montagna… ormai dovrebbe essere chiaro, e la neve… beh per quella si tratta di vera passione, ma il vento… il vento non lo tollero e più  saliamo verso la cima più questo si fa intenso, oh, giuro, mi spostava le zampe e già ho difficoltà a controllarle normalmente, così poi… una fatica!!! Meno male che ho convinto gli umani a scendere… almeno sotto non ce n’era così tanto!

Lungo la strada del ritorno ci concediamo una pausa tè contemplativa e corroborante, d’altronde dovevamo incastrare le nostre tempistiche di discesa con quelle degli altri gruppi per non essere incastrati gli università sugli altri e – soprattutto – evitare che Loki cammini sulle ciaspole degli altri facendoli bellamente cadere rovinosamente sulla neve!

A mia discolpa è successo una volta sola e comunque non è colpa mia se avete i piedi immensi con quelle cose attaccate!

La discesa procede con calma, tra una pausa e l’altra, salutando il sole che già verso le 14 inizia la sua discesa e colora i boschi con quelle sfumature rossastre che solo i tramonti invernali sanno regalare.

Arriviamo alla Locanda spaccando il secondo e ringraziamo di aver seguito il suggerimento di prenotare prima, perchè fuori è pieno di gente che attende. Scoprilo prima di entrare che la magnifica nuova amica di Loki è intima conoscente del posto e dopo averli separati entriamo a prender posto… ed è un posto bellissimo, che sa di storia, ottimi sapori e pranzi goduti appieno in compagnia. Soffitti bassi, mura in pietra, camino a pavimento e travi anche con un menù casereccio ottimo, buon vino e un amaro fatto in casa che è una delizia… cos’altro desiderare? Solo di aver pensato di mettere una maglia a maniche corte sotto la termica, ma quello è un problema mio! 

Ci torneremo mi sa, mi sa proprio di sì… qui gli umani mentre pasteggiano già organizzano e se han mangiato anche bene, chi li ferma? Ora, a parte la sveglia presto, il sentiero è spettacolare e se si torna… posso giocarmi ancora qualche carta con la passerella lì fuori! 

Super consigliato per chi ama la montagna anche d’inverno, ripeto solo il consiglio di farsi un po’ di  gambe e fiato prima, di vestirsi in modo super previdente e di prenotare il pranzo se intendete prendervi una calda pausa dopo la passeggiata, per il resto, noi a passo medio abbiamo fatto tutto il percorso in 3 ore e mezza, ha una certa pendenza, intensa in molti punti, ma regala emozioni impagabili!