Utrecht – Gouda

Il primo vero giorno di pedalata arriva dopo una notte non particolarmente rilassante, ma armati di un ingiustificato entusiasmo, ci mettiamo in modalità bici, carichiamo le borse, rimontiamo la roulotte di Loki e pronti, sedere sul sellino (che ancora non accusiamo) e via nel delirio. Comprendere l’andamento delle piste ciclabili in Olanda è una scienza esatta, ma non intuitiva e ammettiamo che abbiamo faticato il primo giorno. Ricordate una regola fondamentale: le bici sono dio, i pedoni il nulla e le auto, dei servi ossequiosi. Questo concetto fondamentale vi guiderà in qualsiasi caso e con qualsiasi cosa scegliate per muovervi. Dopo il primo giorno, comprese alcune sottili dinamiche interne e trovato il nostro equilibrio tra Google Maps e guida cartacea, riusciamo a raggiungere il primo campeggio vicino a Gouda, la capitale del formaggio olandese. Nel mentre, tra Utrecht e Gouda, tappa fondamentale è il castello di De Haar, uscito dalla sigla Disney, con finestra rosse e bianche e giardini incantevoli è una tappa consigliata, ma  avvisiamo che i cani non sono ammessi, nemmeno nei giardini… però si possono ammirare dalle panchine sul canale che costeggia il castello.

Ammirando il castello e le nuvole che incombono!

E il viaggio in bici? Risponderò così, con ombra di certezza: bagnato! I 50 km di oggi sono trascorsi tra diluvi, pioggerelline, acquazzoni, pecore e mucche in pascoli bellissimi, canali con famiglie di cigni e papere e case con pony in giardino che “perchè vivo fuori Milano?” è l’unica cosa che ti chiedi. Le distanze, alla velocità media di 10km/h data la roulotte cinofila, diventano impegnative, ma ci si guadagna un po’ di relax in tenda… ah no! Temporale, ovviamente. Piccola nota ai campeggiatori, il camping di oggi, Streefland, è decisamente basico, i bagni discretamente puliti, la zona tende confortevole con un canale che scorre alle spalle che, se siete canino-dotati, sappiate è decisamente interessante dato che è densamente popolato da volatili. 

Piccoli scorci d’Olanda

Dunque, amici miei, oggi è la giornata di due grandissime scoperte, per una ammetto che è stato fondamentale l’intervento degli umani, per l’altra, me ne  prendo tutto il merito. Andiamo con ordine, gli umani montano la loro cuccia, io mi godo un po’ di grattatine sulla schiena, fughe con calzini bagnati e osservazione attenta e dettagliata degli altri canini del prato, in tutto questo la mia attenzione viene catturata da un’enorme animale bianco che sembra scorrere magico dietro gli umani – loro certamente non l’hanno visto! Corro incontro a questa creatura e vedo che non è da sola! Sono tantissimi! Il primo che ho visto mi vede arrivare e all’improvviso si gonfia tutto e inizia a fischiare, un po’ come Mou… quindi mi preparo a giocare quando… mi sento trascinato indietro dall’umana con la frase “ma super cazzone che non sei altro! Quello ti fa fuori! Lascia perdere la famiglia di cigni per favore!”… niente, quindi la prima scoperta è più che altro una conferma: la mia umana è decisamente troppo apprensiva! Sicuro che il cigno voleva giocare e basta, era chiaramente un invito. La seconda invece, tutto merito mio. Prima della cena Eli e io esploriamo i dintorni del prato che continuano a chiamare campeggio e qui scopro che c’è verde e verde… mi spiego meglio, vedo un’anatra, mi fiondo a fare la sua conoscenza per poi scoprire che non stava camminando su un prato bellissimo, ma nuotando su uno strato densissimo di… ALGHE! Non ne avevo mai viste, per questo sono finito dritto per dritto in acqua! Che roba stranissima!!! Ho avuto l’odore di quel torrente per giorni! Figata!