…ancora Amsterdam
Scrivo dal nostro tavolo al Molenwiek, un consigliatissimo ristorante olandese nel centro di Amsterdam, uno dei pochi in realtà a proporre piatti tipici. Ora, premetto – e forse sarò impopolare, ma questa è sempre stata la nostra strategia di “conosci il paese in cui sei” – la cucina italiana è top, nessuno lo discute, spesso viene interpretata in maniere orripilanti e all’estero viene sempre da buttare un occhio ai ristoranti italiani, ma abbiamo sempre cercato di conoscere la cultura dei paesi in cui abbiamo viaggiato e la cultura parte anche dalla cucina e la cucina olandese è buona. È una cucina semplice, campagnola, nordica, dai sapori forti e decisi della terra e degli allevatori che non devono perdere tempo in salsine o ghirigori, è una cucina che ha l’anima delle fattorie dove il sole cala e sorge presto, delle donne che curano casa, animali e figli oltre ai fornelli in condizioni meteo spesso avverse. E quindi abbiamo mangiato bene, davvero bene e soprattutto, non perdetevi (ovunque voi siate in Olanda) le bittenballen, delle polpettine da perderci la testa! Mi distrae vagamente, mentre scrivo e ripercorro la giornata, il buttadentro del ristorante italiano qui accanto; tale tizio – presumibilmente egiziano – in italiano sa qualche frase fatta, ma è imbarazzante che tg.com spostati! Dico solo che sta lì, sigaretta accesa, appeso sul leggio del menù, a chiedere a tutti se sono italiani.

Tornando a noi, oggi si va per quartieri: prima il Jordan, quartiere antico di artisti e canali tra i più “anziani” della città, passando per la casa di Anna Frank (prendete il biglietto online se volete visitarla, le code sono importanti e i cani non ammessi); poi una piccola chicca: il Begijnhof, un cortile fuori dal tempo (anche qui il canino aspetta fuori), un’oasi di pace in piena Amsterdam, creato dalle beghine, donne che non appartenevano ad un ordine ecclesiastico, ma avevano deciso di dedicare la loro vita all’assistenza dei bisognosi.

Dopo questa sfacchinata a piedi e vista la bella giornata, decidiamo di concederci il tour dei canali. Trovato un capitano che ci conceda di salire con Loki, partiamo e qui riporto le parole di Japo su questa esperienza:
“Il nostro momento di relax, una pausa dalle infinite passeggiate, questa è quello che sarebbe dovuto essere… invece è risultato un girone all’inferno. Il tanto atteso sole ci ha cotti a puntino dentro la serra galleggiante e per fortuna il rollio ha incentivato il mio sonno o avrei commesso l’infanticidio di una bimba che ha pianto e urlato come una pazza tutto il tempo”.
Io ho dormito tutto il tempo… ma giuro che un caldo così erano giorni che non lo sentivo… per un attimo mi è sembrato di tornare a Milano… panico!

Per riprenderci ci siamo bevuti due piacevolissime birre, Japo ha fatto tappa al coffe shop recuperando un ottimo speciale muffin al cioccolato e siamo andati a piazzarci nel verde rilassante del parco dove Loki ha iniziato a correre e rilassarsi. Ora, la giornata si chiude su una strepitosa torta di mele, dei tradizionali poffert con burro fuso e zucchero a velo, tè caldo e sì, Japo ha preso il cappuccio (d’altronde è tipico, lo abbiamo visto fare talmente tante volte che andava provato). Una breve, ma affollata e intensa visita nei quartieri a luci rosse, tra gli arrapati e i turisti curiosi, ammiriamo la sfacciata bellezza della zona.
ps: anche oggi comunque un po’ di pioggia ce la siamo presa!