Utrecht – Eindhoven 

Nuovamente tutto il rituale mattutino, con i sacchi a pelo che ancora stupiscono per la loro capacità di rientrare nei sacchi, materassini sgonfiati e tenda che è più bagnata ora che non ha piovuto di quando diluviava, colazione al fornelletto e dopo aver fatto svagare un po’ la creatura, ancora in sella… ma un dettaglio è cambiato (oltre all’assenza della pioggia): siamo vestiti da città… sì, perchè oggi le bici vengono caricate in auto, se tutto va bene, e qui per bene intendo che la Fiesta-van:

  • Ci sia ancora;
  • Non le abbiano dato fuoco;
  • Non abbia vetri spaccati e interni distrutti;
  • Non abbia ruote squarciate;
  • Non abbia ganasce.

E va tutto bene, né una goccia di pioggia, né un vetro spaccato o uno specchietto mancante. Ci rimettiamo in strada dopo un tempo semi-biblico per ricaricare tutto con una certa logica coerenza. Dopo circa un’ora in cui fa strano muoversi senza pedalare, raggiungiamo la città che è… troppo città, troppo industriale e poco storica per i nostri attuali standard olandesi.

Cattedrale di Eindhoven

Talmente poco “classic Dutch” che manca poco che non abbia un centro, ma soprattutto non abbiamo trovato il negozio di formaggi Gouda che invece aveva letteralmente invaso tutte le altre! Proseguiamo cercando di scoprire se nasconde qualche angolo speciale, ma non ne troviamo abbastanza e così ripieghiamo su un bosco vicino all’attrazione principale per la quale avevo inserito Eindhoven nell’itinerario. Loki chiaramente apprezza la ritrovata libertà in un ambiente che decisamente apprezza più che la città. 

Appartengo ai boschi, non c’è molto da aggiungere… mi piace il profumo del legno, delle foglie, della terra… sopratutto quando creo immense buche in cui sdraiarmi… amo correre tra gli alberi e annusare tutto. Inoltre in questo paese, a ogni angolo, trovi almeno un canale dove tuffarti… e oggi ho  beccato addirittura un lago!  

Finita la penichella, in orario cena, percorriamo a piedi la Van Gogh-Roosegaarde Cycle Path di Nuenen, alle porte di Eindhoven, unico e vero motivo di questa tappa. Aspettiamo che faccia notte per scoprire veramente di cosa si tratta:  ovvero, pedalare… o camminare, in un quadro. Un omaggio lungo un chilometro in cui, nel 2015, l’Olanda ha celebratoVincent Van Gogh, una pista ciclabile luminescente che si ispira al celebre dipinto del 1889, “Notte stellata”, conservato al MoMA di New York, in cui il maestro olandese del post-impressionismo morto a soli 37 anni catturò uno splendido paesaggio notturno tra i cieli di Saint-Rémy-de-Provence, in Francia. Unisce alla rete di piste ciclabili olandesi la casa di famiglia in cui nacque Van Gogh al paese di Nuenen, dove trascorse buona parte della sua vita e dove, nel 1885, dipinse il suo primo capolavoro, “Il Mangiatore di Patate”.

Van Gogh-Roosegaarde Cycle Path

50mila sassolini scintillanti incastonati nel tracciato accumulano energia durante il giorno per rilasciarla nella notte fino a brillare come stelle e vale la pena andarci… Si ha l’impressione di essere sospesi, di poggiare i piedi su stelle fluorescenti, di muoversi in un sogno ad occhi aperti.