L’Aia (De Haar)
Sveglia e temporale coincidono, così, sperando che anche Loki sia della stessa idea dentro la sua roulotte, restiamo al calduccio finché non si placa. Appena il rumore delle gocce che martellano la tenda si acquieta, usciamo, impacchettiamo tutto e ci mettiamo in marcia. Lungo la ciclabile intercettiamo una spiaggia immensa come quella della sera prima, ma il tempo sembra reggere e ci facciamo tentare, sgranchendoci le gambe fin quasi a raggiungere il mare, dico quasi perchè comunque l’intenzione principale della giornata sarebbe quella di raggiungere l’Aia e non tentare la traversata del deserto (spiagge infinite!!!). Dopo un’intensa esplorazione della suddetta spiaggia, con anche “interrogatorio” delle guardie in jeep sul lupetto.
Mi guardavano un po’ strano, hanno chiacchierato con gli umani in una strana lingua che li sento usare solo qui e poi… non ho resistito, dovevo farmi coccolare anche da loro, ogni lasciata è persa!

Torniamo su strada e raggiungiamo la zona camping della giornata. Peccato che un pessimo deja-vu ci riporta al giorno prima e iniziamo a vagare come trottole alla ricerca di campeggi in cui possiamo stare tranquillamente in tre. Alla fine il tentativo di trovarne uno vicino alla città svanisce e puntiamo al Camping Noorthey in cui sappiatelo, il check-in va fatto entro le 13… noi siamo arrivati alle 13:10 e fortunatamente una gentilissima coppia di nonnini inglesi ci ha aiutato a trovare Irene, la proprietaria e ci ha salvato da una notte di campeggio selvaggio. Una volta sistemata la tenda e noi, si ri-pedala fino al “centrum” dove, dopo aver parcheggiato il mezzo con non poche difficoltà, scopriamo che l’Aia (De Haar in olandese) è decisamente più city di tutte quelle che abbiamo attraversato finora.

È immensa, con palazzi, sedi di grandi aziende, uffici governativi europei e vie della moda con un’infinità di negozi e ristoranti di ogni etnia. Passiamo il pomeriggio a vagare tra luci, suoni e rumori passando accanto alle attrazioni principali, che ovviamente da canino-dotati non possiamo approfondire essendo gran parte musei. Immancabile però, se siete amanti dell’arte il Binnenhof, in passato un castello circondato da fossati, oggi ospita le due camere del parlamento olandese e l’ufficio del Primo Ministro in una piccola torre rotonda di fronte al Museo Mauritshuis che contiene la raccolta del governatore Guglielmo V. Anche se il museo è abbastanza piccolo, vi sono dei famosi lavori di Johannes Vermeer come “La ragazza con l’orecchino di perla” e “Vista Delft”, di Rembrandt e di Andy Warhol. Noi ne ammiriamo l’imponenza da fuori, continuando con il nostro perderci in città con Loki che rimpiange la campagna.
Mi sento ripetere che la vita è compromesso, ma io continuo a chiedermi perchè amino le città quando esiste il verde… è una cosa che proprio boh…

e noi che, soprattutto a cena, abbiamo alcuni pensieri fissi:
- Basterà la batteria del cellulare di Japo per tornare al campeggio? (Il mio è già più che morto)
- Troveremo ancora le bici?
- E il trail?
- E il campeggio… sarà chiuso?
Fortunatamente nessuno di questi punti ha esito negativo, anche se Japo aveva già studiato un ingegnoso metodo per raggiungere comunque la tenda che prevedeva il guado del canale che la separa dalla strada…