L’Aia – Haarlem

Calmi tutti, c’è il sole… giuro! Mi alzo e un pallido sole illumina i pascoli con le muccole ancora addormentate, le anatre rannicchiate e tutta la campagna che ci circonda ammantata di bruma. Sono sinceramente emozionata e sull’onda di questo entusiasmo sbaracchiamo… e poi in sella verso Haarlem.

Testimoniando il dolce risveglio

Oggi è tosta, ma ne vale la pena. La strada più panoramica e bella che collega L’Aia a questa cittadina (come tutte le altre che suggerisce la guida, sono le più turistiche, non le più brevi) è all’interno della riserva nazionale Hollands Duins. Dune, distese di dune con questa meravigliosa ciclabile che le attraversa e ne segue l’andamento… collinare. Japo accusa le gambe oggi e non mi stupisco. Dopo aver fatto rifornimento di leccornie da panetteria a Noordwijck, una ridente cittadina balneare ricolma di turisti, scegliamo a casaccio una delle innumerevoli spiagge e ci fermiamo per pranzo. Qui Loki perde la testa, ci sono chilometri e chilometri di spiagge libere per cani e qui sì che l’Olanda segna finalmente un punto sul fronte petfriendly. 

Questi amici olandesi non sono male, e corriamo, corriamo tantissimo!!! E conosco anche un altro cugino Saarlos, qui li conoscono più che i miei cugini stretti… lui è un po’ strano, ci metto un po’ a conquistarlo, ma alla fine credo di esserci riuscito… poi, troppo presto per quanto mi riguarda, mi richiamano… devono rimettersi a pedalare… 

Hollands Duins

Il resto della giornata corre via in questo paesaggio surreale e sotto il sole, ebbene sì, dura fin quasi alla sera e riusciamo, giustamente, anche a bruciarci! Ma poi torna la pioggia… che interrompe la rimpatriata con il gentile crucco che abbiamo incontrato nel campeggio di Van Hoek e che ci stava dando qualche interessante dritta su Haarlem e Amsterdam. Le gocce cadono incessanti e ovviamente Japo ancora una volta le sfida per preparare un’altra cena coi fiocchi – se non si fosse capito, io cucino a casa e lui in campeggio, è uno dei capisaldi del nostro matrimonio. 

Il campeggio che troviamo qui è agghiacciante, sappiatelo. La proprietaria è alquanto antipatica e fondamentalmente fanno dormire in una tendopoli dato che in un’appezzamento d’erba già abbastanza affollato ci dice di metterla dove vogliamo come se avessimo interi ettari a disposizione, risultato:

  • Bici accantonate in una siepe,
  • Tenda montana all’ingresso di altre due,
  • Loki con pochissimo spazio e libertà.

Sì, beh… mi sarei lamentato di più se non mi avessero fatto fare un’interessante passeggiata alla scoperta dei dintorni, con tanto di capatina al laghetto… visto come son conciati, va bene anche così… 

Quindi sappiate che al Camping Deliede l’alloggio è abbastanza zero privacy, cosa che comunque non ci tocca più di tanto perchè giusto prima che Japo finisca di preparare scende il diluvio e ci rintaniamo in tenda. 

PS: oggi Japo ha istituito l’uso dell’espressione “non fare l’Olandese”, una sorta di insulto per chi è troppo ligio alle regole…  che continua a rivolgermi, commentando poi che loro fanno gli splendidi, ma usano le piste ciclabili in motorino senza casco… già, tutta storia vera.