Amsterdam
È una città schizofrenica e non credo ci sia altro modo per descriverla, anche se abbiamo altri due giorni per trovare altre definizioni. Una città che visivamente e architettonicamente è ferma al XVII-XVIII secolo, ma proiettata al futuro – una sua idea di futuro – dove c’è completa tolleranza per l’umanità in qualsiasi delle sue infinite sfumature, dove l’assoluta mancanza di pregiudizi rende normale una vetrina a luci rosse in una via di pub a cui fa da sfondo una cattedrale gotica. Respirare l’aria di Amsterdam vuol dire bohémien, arte, cultura, etnie, diritti e marijuana. Sì, quella non manca e non mancano i numerosissimi coffe shop. Oggi affrontiamo Amsterdam vagando a casaccio, cosa che credo si addica alla città e alla nostra totale disorganizzazione.

Ci perdiamo tra le vie, spieghiamo svariate volte “cos’è Loki”, nell’ordine a:
- baristi annoiati che ci trattengono per un tempo spropositato con una dei tre strafatta alle 10 e uno in videochiamata con la figlia,
- Svariati bimbi di svariate etnie (tranne gli orientali che sembrano avere il terrore del giovane lupo),
- Una famiglia di calzolai di Madrid che ci invitano a prendere un caffè se passiamo di lì e con i quali ci fermiamo volentieri a chiacchierare,
- Una coppia di amiche totalmente folli e amanti degli animali e di IG.
Adoro, anzi amo davvero essere coccolato, mi piace… come adoro conoscere tutti gli altri cani che incontro… ma forse oggi ho davvero raggiunto la mia dose mensile di smancerie umane…

Dopo pranzo, armati di certissime informazioni prese dal mondo del web, puntiamo alla fabbrica della Heineken – così da restare al chiuso visto il tempo – dove suddette informazioni ci assicuravano che il canino sarebbe stato ammesso. Sappiate che non è assolutamente così e quindi, sconfortati e con tutti i piani – quei pochi che avevamo – sfalsati, il tempo un po’ così (strano!?) continuiamo a vagare e finiamo nei giardini dietro al Rijsk Museum dove è d’obbligo andare, giardino che condivide con il museo su Van Gogh, altro obbligo (meritano davvero parte del vostro tempo!); e ci consoliamo con dolce tipico da truck food: i Poffertjes, dei mini pancake che – se fatti a regola d’arte – sono poffosi e morbidissimi. Questi erano ottimi con la Nutella, unica pecca: le vespe. Dopo la merenda perdiamo circa mezzora a cercare la classica scritta di Amsterdam, per vostra informazione sappiate che l’hanno rimossa. Se ne avete la possibilità, prendetevi qualche attimo di respiro al Voldenpark, un vero polmone verde con laghetti, un verde spaziale e una marea di persone nel fine settimana.

PS: commento di Japo alla giornata “questa maledetta mi ha fatto camminare 20km!!! E vespe di …” (potete immaginare).