Finalmente siamo tornati in montagna, scoprendo il sentiero dei Laghi del Gorzente, ma questa volta in una versione completamente nuova! Una versione più “seria”… grazie ad Amarok ASD e al suo corso tecnici che ci hanno formato per poter vivere la montagna – e farla vivere – in maniera più consapevole e più avventurosa!
Doveva essere la nostra uscita di gruppo con pernottamento in tenda, dove avremmo visto gli imbraghi d’emergenza, dove avremmo accesso un bel fuoco al centro del nostro accampamento e dove avremmo brindato aspettando l’alba… ma il meteo di maggio è fetente, così vi raccontiamo alla fine com’è andata!

Il Sentiero Naturalistico dei Laghi del Gorzente
Il Sentiero Naturalistico dei Laghi del Gorzente è un percorso ad anello della durata di circa 5 ore, che consente di costeggiare i laghi da entrambe le sponde, con splendide vedute dall’alto, e si congiunge nella parte finale con un tratto dell’Alta Via dei Monti Liguri, un itinerario escursionistico di 440 km che collega le due estremità della Liguria.
Itinerario che è stato scelto perchè teoricamente non avremmo dovuto incontrare un tempo così pessimo come nel resto del nord Italia e che si prospettava sulla carta estremamente paesaggistico, suggestivo e adatto ai nostri personali fini didattici… e abbastanza “corto” da essere comodamente diviso su due giorni.

Laghi del Gorzente: info utili
Distano circa un’ora e mezza d’auto da Milano e all’inizio del sentiero c’è un parcheggio che ospita tranquillamente una decina di auto, cosa che potrebbe tornare utile dato che il sentiero è classificato come “E”, ossia livello “escursionistico” ed è effettivamente fattibile anche da famiglie un po’ allenate. La parte iniziale del percorso è adatta a tutti, ma meglio non farsi ingannare, è comunque un sentiero da scarpe da trekking, visto che si incontrano zone umide (noi le abbiamo affrontate in versione palude), sterrate con pietre di varie dimensioni e, dalla metà del sentiero in poi, salite degne di questo nome (anche queste fatte in versione palude). Se non siete allenati o viaggiate con bimbi piccoli al seguito, meglio optare per effettuare soltanto una parte del percorso, soprattutto perchè in alcune stagione (come questa primavera, ci sono anche dei punti da guadare a piedi nudi).
l sentiero inizia dal parcheggio di Prou René (825 m), dove abbiamo lasciato l’auto; all’inizio percorso c’è anche la cartina illustrativa che – date le condizioni di scarsa visibilità che abbiamo incontrato, à stato ottimo fotografare! Essendo un anello potete scegliere da quale lato imboccare il sentiero segnalato dalle bandierine bianco-rosso (segnalato peraltro molto bene lungo tutto il sentiero).

Laghi del Gorzente: inizia l’avventura
Avanziamo tra gli alberi, il paciugo del diluvio della sera prima e il fiume, che in alcuni tratti (noi siamo arrivati a quattro totali) si deve guadare a piedi a mollo dove non ci sono le passerelle in legno e vi assicuro che è un’avventura già solo non perdere gli scarponi lungo i flutti… anzi, in realtà c’è stata una fuga e diverse pucciate!
Lungo il cammino incrocerete delle neviere (c’è anche un anello più piccolo che le collega tutte e sette); questi enormi buchi ricoperti di pietre erano una sorta di ghiacciaia, in cui un tempo veniva raccolta la neve. Il primo tratto del sentiero, guadi e fanghiglia a parte, è estremamente fattibile, praticamente un lungo falsopiano che addentrandosi nei boschi porta al primo Lago Lungo, sulla cui sponda parte la prima parte della caccia a Tachi.
Qui intervengo io… la parte umana di questo gruppo mi piace parecchio, sono tutti pronti a farmi grattini sulla schiena e dietro le orecchie… ma la parte canina… tanta roba! Tachi è il Primo in comando nel branco di oggi… piccola Jackie dal cuore indomito e grande esploratrice, che in vista del lago sceglie di perlustrare ampiamente la zona in lungo e in largo mentre io e gli altri restiamo a fare la guardia agli umani… ps: composizione del branco oltre a me e Tachi, abbiamo Purnima e Pepe, due tipetti ben chiacchieroni che dimostrano a ogni balzo come l’età non conti, Falcor, l’altro maschietto del branco che mi piace assai e con il quale abbiamo dei progetti futuri per far perdere qualche anno ai nostri umani e Queen… Queen è una bellissima Labrador miele con la quale ho creato fin da subito una piccola associazione a delinquere… ma che corre come una pazza e ogni tanto non resisto e devo placcarla…


E appena rientra tra i ranghi, puntiamo al lago godendoci i piacevoli scorci tra piccole cascate che in lontananza si gettano nel bacino dall’acqua limpida. Considerate che in alcuni punti la pietra è scivolosa e per cani – o umani – inesperti potrebbe rappresentare un potenziale rischio perchè ci sono tratti esposti.
Ammirato il lago proseguiamo nel bosco del Parco delle Capanne di Marcarolo, tra pendenze e dislivelli di varia entità, perchè sì… dopo la pausa pranzo veloce, iniziano le salite! Si arriva poi al passaggio su un ponte che porta a una piccola chiesa francescana (dove attenzione con i cani! Galline libere – fatto ben segnalato da un evidente cartello!). Da qui in poi il vento e le nubi ci avvolgono del tutto e il paesaggio scompare lasciandoci ai nostri sensi – e a quelli dei quadrupedi.
Le gallineeeeee!!! No mi dico io, nessun umano che ci ha lasciato andare a conoscere le galline… non vado oltre a commentare!
Ci addentriamo ancora di più nel bosco e raggiungiamo il Sacrario dei Martiri di Passo Mezzano, in memoria dei partigiani caduti e dopo un tratto più impegnativo in salita nel bosco, ci ritroviamo al Belvedere Bric Nasciu dove ovviamente davanti ai nostri occhi si apre… un mare di nuvole!!! Immaginiamo che la vista dai suoi 916 metri possa essere strabiliante su entrambi i laghi (NB: ci torneremo sicuramente per verificare di persona)

Riprendiamo il sentiero, che ora si inerpica per la montagna e si spinge all’interno, lontano dai laghi, fino all’Alta Via dei Monti Liguri dove il sentiero prosegue sino ad un bivio: si può scegliere se fare una sosta all’Osservatorio del CAI, oppure scendere a sinistra, proseguendo lungo il percorso ad anello. Noi, infreddoliti e schiacciati dal vento, senza aver trovato un luogo dove dormire (perchè il piano originale prevedeva una bella tendata!!!!) Scegliamo l’osservatorio sperando di trovare un po’ di sollievo dal meteo!
Ohoooo un po’ di relax, mentre gli umani si confrontano sul nostro destino, noi ci schiacciamo una bella pennica al riparo da vento….
Tra un inseguimento, un guado e un gioco, tutto in sogno, li sento blaterale di birre, dormire nell’osservatorio, scendere cercando comunque un luogo per le tende e altre cose… finché il momento tanto temuto non è arrivato… siamo usciti ancora e via per il sentiero che questa volta inizia a scendere tra le nuvole!

Il sentiero è comunque sempre molto ben segnato, tuttavia da qui si diramano alcune varianti e con l’uso dei telefoni scegliamo quella che ci porta in dirittura parcheggio in maniera più diretta. In caso di bella giornata, suggeriamo di seguire l’anello classico e non il nostro Frankestein da meteo avverso che tra strade sterrate, pascoli e sentieri ci riporta esattamente di fronte al parcheggio dove ormai abbandoniamo l’idea della tenda e ci apprestiamo a dormire in auto dopo un briefing a base delle birre che ci siamo portati in spalla per tutto il giorno!
Ps: la mia umana si è anche scarrozzata su e giù la mia cena, un mega pollo gigante… che ho molto apprezzato al riparo del baule della macchina…

Ricapitoliamo la nostra gita!
In breve, il sentiero è fattibile per tutti i livelli di preparazione ricordandoci che per farlo in cinque ore comunque è necessario tenere un passo sostenuto. Le parti in salita spingono parecchio e affrontando in questo senso l’anello si trovano tutte alla fine e questo può spazzare gambe e fiato. In generale ci raccomandiamo di non sottovalutare il sentiero, procurarsi delle buona scarpe e per i cani, beh… si laveranno un po’, quindi se non amano l’acqua e attraversare torrenti, forse è meglio scegliere itinerari diversi!
Ps: questo non è solo il primo articolo trekking dopo un periodo di assenza da restrizioni, ma è anche un articolo in cui è per noi doveroso e sentito il ringraziamento ai nostri compagni di avventura, canini e umani, che nonostante il meteo, la fatica e i guadi… non hanno mai smesso di ridere, scherzare e sognare un bel fuoco acceso… in pieno spirito Amarok, dove il gruppo è la forza del branco!

Il percorso
