Motivazione… è una parola che ha molti significati e vale per noi, un po’ quello che vale anche per voi, e praticamente ogni essere vivente… vi siete mai chiesti – per esempio – cosa vi ha reso una specie particolarmente portata a fare collezioni di monete o francobolli? Ad aprire musei? A conservare qualsiasi cosa in garage o in cantina? Quella dei miei umani è un pozzo senza fondo! vi svelo questo segreto, questa passione nasce perché voi umani, in passato, siete stati, principalmente dei raccoglitori e nelle pieghe del vostro DNA c’è ben radicata la motivazione sillegica, la motivazione che rende affascinanti gli oggetti e appagante il collezionarli.

E noi? Noi abbiamo tutte le motivazioni del lupo, ma più o meno accentuate in base a quale è stata selezionata nei millenni da voi umani, in base a cosa? Alla nostra utilità. All’alba dei tempi noi vi abbiamo aiutato nella crescita sociale e nella caccia, voi… avete capito che eravamo molto utili e ci avete selezionato secondo compiti così specifici che si sono verificati addirittura dei cambiamenti fisici incredibili nell’evoluzione dal lupo ad alcune razze, proprio per favorire una determinata caratteristica, comportamento o prestanza a seguire una motivazione. Un levriero, il più grande e veloce cacciatore, ha un fisico che gli permette uno scatto rapidissimo per prendere una lepre… ma un bulldog quello stesso scatto se lo sogna! E me lo sogno anche io, parola di lupetto, ci ho provato a star dietro a un levriero… impossibile! Ma mettete un levriero a tallonare una mandria di buoi… rimpiangerà presto di non essere così ben piazzato come il cugino britannico…

Ma quali sono queste motivazioni, questi verbi-desiderio che ci muovono e cosa sono davvero? Sono delle propensioni, che trovano espressione in un nostro comportamento e che, se identificate, comprese e gestite, vi parlano della nostra mente. Ci danno un motivo per agire, per metterci in moto e affrontare persino fatiche e pericoli pur di raggiungere l’obiettivo alla base di quel desiderio.
Spesso voi umani vi fissate solo su una di queste motivazioni, l’epimeletica collaborativa (un gran parolone per dire che ci prendiamo cura di qualcuno e ci piace collaborare) che è sicuramente quella più adattiva, quella che più ci permette di vivere in simbiosi, in equilibrio e serenamente, tuttavia, non conoscere anche le altre è alla base di molti fraintendimenti, come l’enorme errore del dividerci in cani buoni o cattivi.
Quindi, se una motivazione collaborativa (la voglia di fare cose insieme) facilita la nostra integrazione sociale non è così per le altre, come la competitiva o la territoriale, ma la verità è che qualunque disposizione può essere declinata in modo pro-sociale se educata oppure, se fraintesa o non considerata, può diventare un problema. Ecco perchè volevo proprio parlarvi delle principali motivazioni che vivono in noi.
La motivazione affiliativa:

In parole povere l’esigenza di far parte di una famiglia, di un branco ed è proprio da lì che deriva. All’interno del branco si organizza una gerarchia naturale dove tutti, grazie ai talenti e alle predisposizioni naturali, contribuiscono al benessere e all’armonia del gruppo, guidati dalla figura del leader (ex-capobranco).
La motivazione cinestetica:

Noi ci dobbiamo muovere, ci fa stare bene, vogliamo – dobbiamo anzi – correre, saltare, rotolarci nelle peggio schifezze… siamo degli atleti, ognuno nel suo… poi, non è che non amiamo il divano, la comodità, il fancazzismo… lo adoriamo e lo apprezziamo al meglio, solo dopo una bella sgambata, meglio ancora se in un bosco o in montagna o in spiaggia… un po’ ovunque!
La motivazione perlustrativa e quella esplorativa:

Non sono proprio la stessa cosa: la prima è la tendenza a scoprire ed esplorare nuovi ambienti, l’altra ad “esplorare” – con la vista, ma soprattutto col naso – il singolo oggetto o soggetto. Per intenderci, la prima è quella che mettiamo in atto quando siamo in passeggiata, meglio ancora se liberi; la seconda è lo scanner che vi facciamo ogni volta che rientrate a casa (sì, anche quando siete solo scesi a buttare la spazzatura). Ma qui iniziano i problemi… queste motivazioni infatti, spesso entrano in conflitto con le vostre aspettative… in particolare il desiderio di allargare i propri orizzonti sta alla base di molte fughe canine, soprattutto in specie con bassa territorialità come i nordici (e anche noi CLC non scherziamo) che non sono maleducati – non per forza – ma, semplicemente hanno un’altissima motivazione perlustrativa/esplorativa e una bassa motivazione territoriale… se poi ci aggiungiamo una buona motivazione predatoria, beh… qualche infarto a voi umani lo hanno sicuramente provocato.
La motivazione possessiva:

Se è mio, è mio… se lo tocchi, mi incazzo.
Questa motivazioneva gestita in maniera equanime dal leader, perchè fa sempre riferimento a una risorsa sensibile e soprattutto con cani non particolarmente spiccati verso la condivisione è un lavoro che va impostato correttamente e lo so perchè la mia umana, per esempio, non mi ha mai conteso il cibo o i mastichini, ma mi chiede ogni tanto di mollare la pallina… e lentamente mi sto fidando a lasciargliela, perchè spesso è solo per tornare a giocare insieme.
La motivazione competitiva:

Su questa voi umani avete speso fiumi di inchiostro e notti insonni di elucubrazioni, teorie e saggi scientifici. Chi dice che è una pulsione incontrollata, chi una motivazione… esiste, la competizione c’è, ma effettivamente ha talmente tanti “inneschi” che tentare – per voi – di capire quale sia quello effettivo, non fa altro che mandarvi al manicomio. Lasciate perdere tutte le questioni sull’aggressività per dominanza e compagnia bella, sappiate solo che competere e collaborare sono due facce della stessa medaglia…
La motivazione predatoria:

Una delle prime e più antiche ragioni per cui abbiamo iniziato a vivere insieme, tuttavia, per fortuna – anche se molti non la vedono così – voi non avete più la necessità di cacciare per sopravvivere, ma a noi piace comunque farlo, da matti! Ecco spiegato il desiderio di rincorrere gli oggetti in movimento, da altri cani (solitamente di taglia piccola se non abbiamo fatto una corretta socializzazione) a gatti, bambini, biciclette, motorini e chi più ne ha, più ne metta. È una motivazione che va incanalata e gestita correttamente perchè è un’altra di quelle che spesso non si dimostrano propriamente accettabili. Se il vostro compare ha un alto predatorio, dategli modo di manifestarlo in sicurezza, con giochi studiati perchè alla fine sia contento e appagato e che questa sua motivazione diventi per voi un momento di gioco insieme e non di scontro, o nel peggiore dei casi, allontanamento.
La motivazione comunicativa:

Noi parliamo tantissimo, non con le vostre parole, ma con il corpo, lo sguardo, la prossemica… rispondiamo al desiderio di esprimere il nostro stato d’animo o di comunicare, appunto, qualcosa… Poi, che da parte vostra ci siano un po’ di lacune su questa comunicazione è innegabile; che ci sia un po’ l’idea che noi siamo quelli che devono ascoltare e basta senza che vi sia un vero dialogo, anche questo è innegabile e che quindi la stragrande maggioranza di ciò che vorremmo dirvi, non viene recepita… beh, questo è un altro discorso – ne riparleremo.
La motivazione di corteggiamento:

Qui si entra nell’intimo… non vi riguarda proprio personalmente… a meno che non cerchiate una spiegazione della fuga improvvisa del vostro amico o cerchiate di lavorare con un maschio quando c’è una bella squinzia in calore nelle vicinanze… auguri comunque!
La motivazione protettiva:

Sapete tutti quei cugini da difesa, Rottweiler, Dobermann e via dicendo? Ecco, questa è la loro principale motivazione… che causa alcuni fraintendimenti, come il cane che cerca di impedire ai genitori di sgridare il bambino di casa…come tutte le altre motivazioni che potrebbero non essere particolarmente accettabili, vanno solo conosciute e ben indirizzate grazie all’architettura di esperienze positive e favorendone altre che le bilancino.
La motivazione di ricerca:

Qui si apre un mondo, quello del nostro naso. Un mondo che conoscete – non benissimo, ma potete intuire – e che utilizzate per tantissimi scopi, dalla sicurezza alla medicina, al gioco e divertimento. Che siano oggetti da cercare, sostanze o persone, questo è proprio il nostro regno e siamo imbattibili! Entra un po’ in conflitto solo quando iniziamo a cercare sotto il vostro cespuglio di fiori preferito o tra la terra dell’orto…
ps: io e la mia umana, appena finito questo isolamento sociale, andremo a fare ricerca di superficie!!! Siamo elettrizzati e non vediamo l’ora di raccontarvi com’è andata!
La motivazione sociale:

Ci piace da matti, fare cose insieme è la cosa che preferiamo al mondo!Certo, chi più chi meno, ma fare cose in gruppo è bellissimo!!! Ovvio, per alcune in particolare (come inseguire i corvi, giocare alla lotta,…) preferiamo la compagnia dei nostri conspecifici, ma solo perchè la sanno fare bene tanto quanto noi stessi, ma non dovete offendervi per questo! Se ci pensate, non sempre quello che ci chiedete è altrettanto figo! Pensate a quando ci date il “resta”… volete mettere con inseguire una lucertola insieme alla mia migliore amica quadrupede?
Le motivazioni epimeletica, quando ci prendiamo cura di qualcuno del branco, ed et-epimeletica quando vogliamo farci spupazzare!

Non è mica da sottovalutare… questa motivazione ha una radice molto profonda, nasce dal rapporto che abbiamo avuto con i nostri genitori e i nostri fratelli… mostra la sensibilità che abbiamo nei confronti delle richieste di cura, di aiuto o dei bisogni di un compagno. In breve mostra anche, quanta disponibilità, in termini di accuratezza, sollecitudine, tempo dedicato e competenza mettiamo nel dare cure a chi in qualche modo le richiede. Ecco, io dò tante attenzioni anche non richieste… come spulciare il mio umano quando si sveglia, ma so che in fondo le apprezza!
La motivazione territoriale:

A casa mia, si fa come dico io… sempre che tu riesca entrare. È una motivazione molto forte nei guardiani e anche questa, a volte vi ha fatto comodo, altre un po’ meno… certo, vedere un abruzzese incazzoso che vi sbraita contro, denti in bella mostra e un abbaio che fa tremare la terra, lì vorreste davvero che il suo umano avesse fatto qualcosa prima per mediare questa tendenza, sempre che non sia dove dovrebbe – e vorrebbe – essere, a proteggere un gregge in pianure immense – allora lì sareste nei casini, ma avrebbe ragione lui!
Con questo credo di avervi aiutato a comprendere un po’ di più che tutti i comportamenti del vostro amico hanno una ragione d’essere e alcune sono talmente forti e radicate nel DNA che non si possono ignorare, anzi, è vostro compito (e dell’educatore che vi segue, se credete vi serva) tentare di far “emergere” questa motivazioni e bilanciarle per dare a tutti una vita più equilibrata e socialmente accettabile, che eviti gli estremi e i possibili incidenti… della serie, non vi incazzate ne con voi, ne con noi, se ogni tanto le nostre priorità e le vostre non sono le stesse…
Ah, una lepre! Ciaoooooooooo