
Oggi l’obiettivo principale della giornata è una breve escursione che giustifichi un buon pranzo fuori. Quindi, facciamo una selezione accuratissima tra consigli di amici e parenti sui percorsi della zona e optiamo per queste fantomatiche Piramidi che sono nella lista da parecchio tempo, data la somiglianza evidentissima con un set de “Il Signore degli Anelli”, saga di cui sono – palesemente – una super fanatica. Quindi, bando agli indugi, e si va per la verso la Terra di Mezzo… con un tocco di Jurassic Park.
Raggiungiamo il centro di Marone e seguiamo poi le indicazioni per Zone, salendo così fino a raggiungere un comodo parcheggio con parco giochi, dove troverete facilmente l’ingresso della Riserva Regionale delle Piramidi di Erosione. Dunque, è chiaramente molto meno wild e più turistica come scelta rispetto alle altre raccontate finora, ma siamo certi ne valga la pena. Scopriamo subito qualche curiosità su questo particolare sito geologico grazie ai cartelli esplicativi all’inizio del sentiero.

Istituita nel 1984, prende il nome dalla particolare forma che il deposito morenico di sabbia, massi e ciottoli, ha acquisito nel corso dei secoli, trasformandosi in lingue rocciose alte fino a 30 metri, con enormi massi appoggiati in – pare, precario – equilibrio sulla loro sommità, come fossero degli enormi funghi chiodini. II processo di erosione, prodotto dagli agenti atmosferici, è continuo e visibile nel giro di alcune decine di anni, quindi quello che abbiamo visto noi è qualcosa che forse, tra una ventina d’anni, non riconosceremo neppure… Incredibile!
La Riserva si estende su una superficie di circa 21 ettari, ad un’altezza tra i 400 ed i 600 metri s.l.m. e al suo interno si sviluppa il percorso circolare che abbiamo affrontato. Seguendo le parole di mia mamma: “massì, tranquilla, è un giretto carino da fare senza grosse pretese”, noi siamo andati in versione cittadina, jeans, maglietta e – fortunatamente – scarpe da trekking. L’anello risulta di media difficoltà, ma senza zone pianeggianti o falsi piani, è tutto o in salita o in discesa, attraversa boschi e sottoboschi, con scorci meravigliosi su questi giganti di roccia, ma dà poche tregue; definiamolo pure breve, ma intenso. Si può però riprendere fiato, facendo finta o meno di acculturarsi grazie ai cartelli esplicativi posti qua e là lungo il percorso che danno informazioni sul fenomeno naturale delle piramidi di terra e le caratteristiche del territorio che le ospita.
Okay, è tutto molto interessante… ma diamo altre notizie altrettanto interessanti, all’inizio del percorso ci sono dei bellissimi prati in cui rincorrere bastoncini che vengono lanciati da solerti umani… ricordatevene!!!

Partendo dal parcheggio avrete il primo tratto di sentiero che curverà leggermente verso destra e scendendo in un continuo di tornanti si raggiungerà la base di un avvallamento dal quale in primis ammirerete la maestosità dei Chiodini Giganti e poi, potrete scegliere di tornare indietro o di seguire le indicazioni per Cislano, risalendo così fino al paesino che avrete attraversato poco prima in auto. Il sentiero del ritorno (se optate per Cislano) ad un certo punto costeggia la strada e passata una fonte torna a inoltrarsi nel bosco grazie a una mulattiera assolutamente riconoscibile. Arriverete poi in paese e per tornare al parcheggio basterà procedere dritti, tenere la Locanda Piramidi sulla destra e vi troverete al punto di partenza.
L’ha raccontata un po’ sbrigativa, se voleste dettagli in più posso indicarvi almeno un centinaia di tracce odorose che ho trovato qua e là, una decina di punti strategici dove trovare rami abbandonati che vogliono assolutamente essere adottati da generosi quadrupedi e due o tre finti sentieri dove mi sono infilato che sarebbe invece meglio che evitaste!

Alcune note, il sentiero di per sé non è assolutamente impegnativo – sopratutto se lo si affronta con calma – il canino ha avuto il suo bel da fare ad andare avanti e indietro, a dare la caccia a legnetti ribelli anche se ovviamente il livello di stanchezza alla fine non è paragonabile alle altre escursioni, dato che l’intero anello si percorre in un’oretta e mezza, due se ci si ferma ad ammirare con calma il paesaggio.
Confermo… è stato un buon riscaldamento e mentre pranzavano mi sono anche goduto del meritato riposo, ma alla sera… avrei volentieri fatto un altro bel giretto!
Mi sento di sconsigliarlo a famiglie con bimbi piccoli o in generarle a persone poco avvezze alla montagna, e – assolutamente – da fare con scarpe adeguate. Aggiungo che abbiamo trovato una piacevolissima giornata di sole autunnale, ma il sentiero è molto argilloso e sdrucciolevole, quindi in periodi di pioggia e neve potrebbe essere potenzialmente rischioso.
N.B.: in prossimità dell’inizio del sentiero, proprio di fronte alla sede del CAI, merita una visita la chiesa di San Giorgio, con l’affresco esterno del Santo che uccide il drago; anche se sbiadito dal tempo, resta davvero affascinante.
L’esordio della giornata era stato “giustifichiamo un pranzo fuori” e così abbiamo fatto ed eccoci all’ultimo consiglio. Se siete in zona e avete voglia di farvi coccolare da deliziose ricette casalinghe spadellate con amore e prodotti dai sapori inconfondibili, chiari, delicati e diretti, il nostro consiglio spassionato è l’Agriturismo Bianconiglio (a meno di 10 minuti dal parcheggio della Riserva). Ambiente familiare e accogliente, dove i cani sono ben accetti, sempre che non importunino le due Collie di casa – cosa che ovviamente Loki ha fatto, perchè è un adorabile tontolupo –

Non è importunare comunque, è fare conoscenza… anche se ci sto lavorando su (come dice l’umana) ogni tanto torno cucciolo e dimentico le buone maniere perchè… perchè sono ancora un cucciolo!
e i proprietari sono tra quanto di più appassionato e onesto offra il mondo della ristorazione, sicuramente della zona. Ci hanno fatto sentire come fossimo vecchi amici in visita, coccolati con ottimi piatti che rispecchiano le qualità dei prodotti di stagione in un menù fisso ricco e vario che dal primo al dolce ci ha deliziato con note autunnali dai sapori indimenticabili, per finire con due chiacchiere spensierate sotto il porticato.