Quando aspettative e realtà non coincidono, ma va bene uguale
Il grigio che ci accoglie appena fuori casa non ci scoraggia: oggi si va in montagna e certi che, dopo l’Olanda, siamo ormai idrorepellenti, andiamo a recuperare Marcolino, il cugino membro extra del branco-gita di oggi. Destinazione ipotetica, scelta con il lancio di una moneta, dopo un’abbondante colazione è Monte Barro (Lecco). Da Milano ci vuole circa un’ora per raggiungere Galbiate da dove partono i sentieri. Peccato che il percorso che avevamo trovato sarebbe dovuto partire da tale fraz. Fogliaro che non abbiamo intercettato, così parcheggiato a fraz. Fornace, abbiamo iniziato a improvvisare creando il nostro personale percorso della giornata grazie alla cartina dei sentieri presente al parcheggio.

Ovviamente puntiamo alla vetta creandoci un nostro giro ad anello. Imbocchiamo i sentieri subito alla destra sulla strada del parcheggio e saliamo. Il primo tratto (sprovvisto dei bivi che avremmo dovuto incontrare) è una mulattiera piuttosto facile per il dislivello, non fosse per quei gradini che impongono il passo sempre su un unico piede e che non sono proprio da “montagna”. Loki ovviamente in tutto questo è concentrato solo sul fatto che finalmente è tornato tra i boschi e mentre noi cerchiamo di capire come siamo finiti a Eremo che doveva essere sul sentiero del ritorno, lui corre avanti e indietro come un pazzo, prendendo legnetti, inseguendo mosche e tentando di scroccare costantemente coccole a chiunque si incontrasse per strada.
È come tornare a casa, l’odore del muschio, dei funghi, del legno… gli odori del bosco, le tracce dei suoi abitanti, poter correre su e giù aspettando che gli umani mi raggiungano, fargli da apripista ed esploratore di punta… quanto mi è mancato tutto questo!

Non avendo minimamente capito come fosse stato possibile sbagliare così la strada, decidiamo di proseguire fino alla croce sulla cima e poi vedere se da lì si potesse seguire un altro giro per il ritorno. Il sentiero, passato l’Eremo – che di eremita ha ben poco essendo provvisto di abitazioni e bar – diventa davvero di montagna, anche troppo in alcuni punti.
Oggi si arrampica! O meglio, vedo che gli umani di tanto in tanto usano anche le mani per salire… ma, sinceramente, io vado che è una meraviglia, anche se ogni tanto mi tocca saltare per andare avanti!
Si trova, circa a un ventina di minuti dall’Eremo un bivio, dove sulla destra è indicato con un piccolo cartellino bianco “sentiero facile”; dunque, se siete canino-dotati, seguite quello perchè l’altro che prosegue dritto, dopo circa cinque minuti scende quasi in verticale e non è il massimo per i quadrupedi. Così tornati indietro sul sentiero facile, seguiamo per la cima e inaspettatamente ci arriviamo, senza accorgercene, tra una vista pazzesca su Lecco, o i Corni di Canzo o ancora il lago di Annone per poi scoprire con piacere che a salutarci alla croce, sull’altro versante ci aspetta il Resegone.
La vista è incredibile, peccato che la giornata non fosse propriamente limpida. Riprendiamo fiato, un sorso d’acqua, cioccolata e anatra essiccata come spuntino e siamo pronti a scendere… ovviamente, avendo improvvisato, al posto di arrivare in cima a mezzogiorno o più tardi per il pranzo, ci siamo arrivati per la seconda colazione, così decidiamo di pranzare al lago, ma non avendo rinunciato al giro ad anello, prendiamo il sentiero che scende a Sella della Pila, per piegare poi sul Sentiero delle Torri e tornare all’Eremo da cui la macchina doveva distare una decina di minuti scarsi. Ovviamente, tra il dire e il fare… in questo caso c’è dimezzo un sentiero schizofrenico! Inizialmente il tracciato sembra tranquillo, con qualche falso piano e di tanto in tanto dei punti un po’ scoscesi. Un’illusione! Infatti, dopo aver passato con qualche difficoltà un punto totalmente roccioso e con un certo dislivello, arriviamo davanti all’impossibilità assoluta di andare oltre. Davanti abbiamo un “quasi salto nel vuoto”; ora, senza cane, aggrappandosi con mani e piedi e facendo attenzione, è possibile passare e raggiungere il sentiero di sotto che ci sbeffeggiava con la sua semplice discesa lenta e tranquilla. Nulla, un tentativo lo abbiamo anche fatto, ma siamo stati costretti a tornare sui nostri passi e tornare da dove eravamo venuti.
Questi umani sono pazzi! Io da lì col cavolo che passo! Hanno parlato di calarmi giù, ma per fortuna hanno capito che in quel momento io ero il più saggio e il mio suggerimento di tornare indietro era anche l’unica cosa sensata che si potesse fare!
In neanche un’ora siamo di nuovo in auto, direzione: Colico e le sue spiagge sul lago. Una mezzora di auto e pranziamo vista lago con Loki che impazzisce in acqua, rincorre bastoni, cerca di scroccare-appropriarsi indebitamente di pezzi di focaccia con prosciutto, ruba scarpe e palline ad altri cani e sta fermo circa 5 minuti in tutto.
Questa combinazione passeggiata in montagna e bagnetto al lago dopo ha un suo perché… è per questo che non capisco perchè poi si debba andar via da questi posti pazzeschi!

Purtroppo il tempo si fa sempre più minaccioso, la spiaggia un po’ troppo affollata di giochi altrui che Loki non vede l’ora di rubare e così, raccolte le nostre cose, si torna a casa.
Dunque, per quanto riguarda la pausa al lago, sappiate che per certo tutta quella tranquillità e spazio e libertà è fortemente legata al fatto di essere andati in una giornata di minacce temporale e in settimana, ho seri dubbi, se non certezze, che nel fine settimana sia un vero carnaio. Per quanto riguarda la passeggiata, non è assolutamente impossibile e vale certamente la pena per gli scorci che regala salendo; certo ci resterà per un po’ il dubbio di quell’iniziale giro ad anello, ma come salita-discesa non è male, quanto meno per guadagnarsi il pranzo! Considerate però che tira parecchio, diciamo pure che è breve, ma intenso con tratti che le gambe accusano, soprattutto per i gradini o dislivelli interessanti da fare praticamente solo con un passo; ma tra un’arrampicata – mani comprese – e tratti relax nel bosco, arrivare in cima e ammirare il paesaggio intorno è da fare! Magari scegliendo una giornata più limpida e considerando un ristorante al lago per il dopo passeggiata.