Alla ricerca di un trekking decisamente easy per occupare un sabato, scopriamo un interessante giro ad anello alle falde del Resegone, a circa un’oretta abbondante da Milano. Punto d’inizio: il piccolo comune di Morterone, che è minuscolo davvero – uno dei meno popolosi d’Italia – e si raggiunge con circa 14 km di tornanti dal paese di Ballabio, all’inizio della Val Sassina.
Oggi montagna… ormai riconosco i segnali: zaino da trekking, guinzaglio leggero, sacchettino della pappa, tutte le borracce riempite e ciotole da viaggio. Sì, ci sono proprio tutti!!!
Fatti i preparativi ci accorgiamo che c’era ben poco che potessimo preparare da casa e ci fermiamo ad un supermercato per recuperare il kit montagna: pane, salame e formaggio. Loki è a posto con le sue provviste e quindi via, verso Lecco. La strada fino a Ballabio okay, il resto è un continuo punto interrogativo, non abbiamo assolutamente idea di dove inizi questo sentiero, avendo solo una descrizione un po’ nebulosa. Continuiamo a salire, tornante dopo tornante, quando veniamo incastrati da una serie di auto parcheggiate su entrambi i lati della carreggiata e decidiamo di fidarci delle persone che sono già in passeggiata. Parcheggiamo con la solita leggera inquietudine del posteggio sul ciglio del dirupo e ci accorgiamo che l’inizio del sentiero assomiglia vagamente alla descrizione, cito “salendo, sulla sinistra inizia una strada sterrata interdetta da una sbarra bianca e rossa, troverete una serie di indicazioni, da lì si prende per il Resegone e poi…” e poi nulla, abbiamo iniziato seguendo tutto ciò che sapevamo, ma dopo circa una trentina di minuti, non ritrovando più nessun punto di riferimento abbiamo scelto di seguire il sentiero dei Grandi Alberi e abbiamo scoperto un interessante anello che si snoda tra prati, faggi immensi ben segnalati con didascalie illustrative e della neve che resisteva stoica sul versante nord del monte.
Non c’è niente da fare… la neve è la neve, non ho resistito, appena ne ho vista un po’ mi ci sono tuffato di testa, ma la cosa meravigliosa è stato scoprire che c’era un intero lato della montagna ricoperto!!! Ho iniziato a correre come un pazzo e ogni tanto sentivo che gli umani mi richiamavano, così… mi fermavo qualche secondo, mi facevo vedere e ripartivo. L’unica volta che mi sono fatto acchiappare è stato quando da lontano ho visto arrivare un ciclista, a detta degli umani ha preso un colpo vedendo un lupo sul sentiero. Li ho sentiti che si sono parecchio scusati, spiegando che non ho nulla di selvatico, che sono un cucciolo di tontolupo e che al massimo si sarebbe preso una bella leccata sulle mani… non sono certo ci abbia creduto, continuava a guardarmi in modo strano… ma che importa? C’è la neve!!!
Questa passeggiata, assolutamente alla portata di tutti è perfettamente segnalata dai caratteristici segni bianchi e rossi con le lettere GA ed è rilassante, panoramica e isolata. Mettiamoci anche la stagione (Marzo) che non attira proprio tutti, la presenza ancora della neve e un interessante vento sferzante ed ecco la ricetta perfetta per una piacevole gita fuori dal mondo.
Arrivati in cima, con vista sulla croce della vetta, scegliamo un angolo al riparo dal vento e ci godiamo il pranzo ammirando il resto del mondo ai nostri piedi e le cime rocciose del Resegone alla nostra destra. Dopo aver assaporato il dolce – classico cioccolato da montagna – ritorniamo sui nostri passi cercando di inventarci una sorta di giro ad anello.
Rispetto al sentiero dell’andata teniamo il versante sinistro e arrivati a un punto ristoro con fontanella e tavolo da pic-nic, dove all’andata avevamo trovato uno dei crocevia con indicati i vari sentieri che si diramano dalla vetta, deviamo quindi sulla sinistra scendendo in un sentiero in mezzo ai boschi. Veniamo accolti dalle ombre dei pini e dal profumo di sottobosco; questo profumo è sempre uguale e diverso allo stesso tempo, è magico, sa di funghi, di legno, di muschio e resina. Loki si fionda tra gli alberi, ci apre la strada e scodinzola spavaldo e contento davanti a noi poi eccolo lì, il bivio… essendoci del tutto improvvisati a esploratori, saremmo andati a intuito se non che, Loki prende la via a destra con decisione e coincidendo con ciò che avremmo fatto anche noi, decidiamo di fidarci del canino. Bene, se anche voi deciderete di seguire le nostre impronte, sappiate che il sentiero che volta a destra è quello corretto e presto vi ritroverete sul quello meglio battuto dell’inizio.
L’intero giro, grossomodo, con pause annesse e passo tranquillo, dura circa tre ore, estremamente piacevoli, poco impegnative, intervallate da qualche salita, con paesaggi pazzeschi e prati dove si può scorrazzare liberamente. Ricordate solo che fino a marzo c’è il rischio – per noi e soprattutto per Loki estremamente piacevole – di trovare ancora della neve lungo il sentiero.