L A VALLE IMAGNA È UNA VALLE PREALPINA DELLA PROVINCIA DI BERGAMO CHE CONFLUISCE DA DESTRA NELLA VAL BREMBANA, NELLA QUALE SCORRE IL TORRENTE IMAGNA. I SUOI PAESAGGI RACCHIUDONO DIVERSE TESTIMONIANZE CON UN NOTEVOLE PATRIMONIO STORICO E CULTURALE.

Altra giornata di montagna alla scoperta delle gite fuori porta vicino a Milano (a circa un’ora e mezza), meta di oggi: Valle Imagna e un bel giro ad anello immerso nella neve tardiva.

Lasciamo l’auto nel parcheggio al Passo Valcava, dopo una bellissima strada che ci ha portato già a 1330 m e ci ha permesso di vedere dei panorami incredibili che giustificano il fatto che chiamino questo passo la “terrazza della Lombardia”. Lo sguardo spazia dai laghi, alla pianura padana alle prelati orobiche. Dopo qualche breve momento di indecisione dovuto al fatto che il termos con il tè caldo ha   deciso di ribellarsi e rovesciarsi nello zaino ha aromatizzato alla cannella tutto ciò che ha incontrato sul suo cammino, prendiamo il sentiero 571-dol in direzione Monte Tesoro. Il sentiero attraversa prati costeggiati da faggeti e inizialmente, essendo quasi in piano, permette al quadrupede di sfogare l’inerzia del viaggio in auto. Loki prende a correre come un folle nella neve, rimanendoci abbastanza male nello scoprire che non era morbida  e soffice come quella scoperta qualche settimana prima in Val Seriana, quindi ogni tuffo risulta una pattinata scoordinata.

Non è stata propriamente una delusione, più che altro… una sorpresa!!! Appena ho visto tutto quel bianco non vedevo l’ora di tuffarmi dentro e l’ho fatto, ma sono rimbalzato su invece di sprofondarci dentro!!! Ma una volta capito come funzionava questa nuova neve, woooow! E cosa ancor più divertente, vedere gli umani che si impegnavano a non volare per terra mentre io sfrecciavo tra le loro gambe! È davvero un grosso vantaggio il 4×4

In brevissimo tempo (che sarebbe stato ancora più breve se la neve non avesse ghiacciato sul sentiero e se Loki non avesse periodicamente attentato alla nostra incolumità) arriviamo al Pizzo, dopo il quale si prosegue per un breve tratto in discesa, la quale come detto vagamente ghiacciata, rendeva ogni passo un’avventura! Ora, sapevamo che ci sarebbe dovuto essere un bivio contrassegnato da un faggio con un cartello “Caccia regolamentata”, lo abbiamo trovato – anche se non eravamo certissimi fosse quello – e abbiamo tenuto la destra, seguendo un sentiero che forse nella bella stagione è anche segnato, ma che coperto dalla neve ci era visibile solo perchè già percorso da altri. Rasserenati da questa scoperta, proseguiamo in un bellissimo faggeto tra saliscendi, lievi curve e una frescura che faceva bene al cuore.

Incrociamo poi una casetta sulla destra e poco più avanti il bivio con i sentieri che portano al Monte Tesoro o al Laghetto del Pertus. Ci avevano consigliato di vedere prima il laghetto e poi la vetta, ma per svariate ragioni – nel laghetto sicuramente avremmo dovuto ripescare il lupetto, c’era un centro abitato da attraversa e non avevamo voglia di legare Loki, iniziavamo ad avere un certo appetito e volevamo mangiare prima della discesa – abbiamo tagliato il lago, iniziando invece a salire verso la cima e il sacrario. La salita è costellata di punti ghiacciati che non la rendono particolarmente felice, per tutti tranne Loki.

Scoperta di oggi, pattinare è divertentissimo! E anche la neve ghiacciata ha un suo fascino! 

Passato un acquedotto, presto si raggiunge il rifugio, dove consigliamo di mangiare godendosi la vista incredibile, consiglio che diamo volentieri soprattutto perchè noi abbiamo mangiato prima di raggiungerlo e come dei tonti il panorama ce lo siamo goduti solo di passaggio! quando. Siamo saliti noi – febbraio – era chiuso, quindi meglio valutare un pranzo al sacco o controllare le aperture stagionali.

Da lì si tiene sempre la destra e ci si dirige verso l’auto; il sentiero è più wild di quello all’andata, spesso su roccia nuda e scoscesa, che con la fantastica neve pressata crea combinazioni da togliere – letteralmente – il fiato. Se capitate in stagioni a rischio neve, il percorso merita ed è fattibile certo, ma avete sicuramente capito che è meglio prestare attenzione o avere le catene per gli scarponi. Dopo il tratto in forte discesa il sentiero si ricongiunge al quello dell’andata poco prima il pizzo, e da quando avete ritrovato il faggio spartiacque di prima, manca davvero poco all’arrivo alla macchina.

Una passeggiata breve, ma intensa. La neve, i saliscendi, le corse folli, anche se in poco più di un paio d’ore mi hanno fatto apprezzare il risposino in  macchina durante il ritorno!