T occata e fuga a Piacenza; della città, per gioia di Loki, questa volta vediamo poco, ma ci sono state e ci saranno altre occasioni. Ci accoglie, come sempre, il magnifico Palazzo Farnese, dove la coppia di amici che stiamo andando a trovare si è sposata ai primi di marzo – una cornice davvero invidiabile! A ragione è l’edificio simbolo di Piacenza, un tempo residenza della famiglia Farnese, oggi ospita diversi musei: la Pinacoteca, dove si trova il Tondo di Botticelli; il Museo delle Carrozze; il Museo del Risorgimento e il Museo Archeologico, che conserva il curioso fegato etrusco, rara testimonianza diretta di eccentriche pratiche religiose etrusche. Tutto questo lo sappiamo per via indiretta ovviamente perchè c’è sempre un grosso e peloso “problema” che ci impedisce di approfondire il lato museale delle città. Se non siete mai stati a Piacenza, una volta che avrete goduto delle meraviglie di Palazzo Farnese, da piazza Cittadella imboccate via Imperatrice Angilberga e svoltate poi a destra in via San Sisto, dove si trova l’omonima chiesa, famosa per il cortile porticato e per le opere d’arte al suo interno. Piccola curiosità: la chiesa era il luogo in cui fino al 1754 avremmo potuto vedere la Madonna Sistina, capolavoro di Raffaello, peccato che fu poi venduto dai monaci ad Augusto III di Polonia; da quel momento l’opera è rimasta al museo Gemäldegalerie di Dresda, mentre nella chiesa piacentina si trova una copia dell’originale, in memoria di quel che avrebbe potuto e dovuto essere. Nonostante questa triste nota artistica, la chiesa merita moltissimo, anche solo per una breve sosta.
E niente, ogni volta che mi fregano con le gite cittadine io mi trovo davanti a una serie di muri con odori interessanti, ma senza capire davvero perchè gli umani li guardino ammirati, continuando a dire “guarda là, che meraviglia!”… ma dico io? Non è meglio scorrazzare in un prato, nuotare in un fiume? Boh, son strani sti umani.
Piacenza è un bellissimo borgo medievale, e come tale, raccoglie angoli inaspettati, scorci unici e a ogni via c’è qualche aneddoto da conoscere. Sicuramente immancabili, lungo un’ipotetica passeggiata storica, alcune tappe che ci siamo gustati tra questa visita e la scorsa. Godetevi una piacevole passeggiata lungo il Facsal, il viale pedonale più famoso di Piacenza: lungo quasi due chilometri, si trova sulle mura rinascimentali ed è ombreggiato da platani secolari, arriverete poi a piazzale Genova dove sulla destra raggiungete il Dolmen, dove inizia il centro pedonale della città. Passeggiare per corso Vittorio Emanuele II
senza fretta è uno dei piaceri che si possono godere in queste piccole grandi città, ed è una cosa che amiamo davvero fare. Almeno si passeggia un po’, odio dover stare al guinzaglio tutto questo tempo, ma è decisamente meglio quando posso annusare liberamente e scoprire ogni angolo dei posti in cui mi trascinano…
Si possono vedere vecchie case colorate, palazzi signorili e meravigliosi cortili interni, ci si può immaginare come sarebbe viverci, e le fantasie non vanno molto lontano dal vero quando i nostri amici ci confermano che è una città notevole, a misura d’uomo, piacevole soprattutto ora che hanno una cucciola d’uomo a cui badare.
Premetto, non è la prima cucciola d’uomo che incontro nella mia vita, ma non ne avevo mai visti di così piccole… emetteva strani suoni, un po’ striduli, ma aveva un buon odore, anche se così minuscola… e che comodità, viaggiava in un trasportino bellissimo, spinto a turno dai componenti del branco che le facevano strane voci e facce… non mi dispiacerebbe averne anche io uno così, terrei tutte le energie per il parco se non dovessi camminare in città!
Passo dopo passo, quasi senza accorgervene vi ritroverete in piazza Cavalli, il cuore di Piacenza, che prende il nome dalle due statue equestri di Alessandro Farnese e suo figlio Ranuccio. Sulla piazza si affaccia il palazzo comunale rimasto incompiuto, detto Gotico, e la chiesa di San Francesco. E proprio perchè a misura d’uomo, sicuramente rimarrete affascinati da via Calzolai, una delle vie più affascinanti della città: tra vecchie botteghe, panetterie, banchi di frutta e negozi di antiquariato, farete un piacevole tuffo nel passato, soprattutto se venite da città moderne come Milano. Passeggiate adeguandovi alla tranquillità piacentina e buttate un occhio ai tanti vicoletti che si incontrano lungo il percorso. Svoltate poi in via Poggiali per raggiungere piazza Borgo, uno scorcio molto caratteristico della città, per noi forse poco valorizzato, ma che merita decisamente. In tutto questo, a noi e immagino anche a voi sicuramente è salito un certo languore e quindi consigliamo, su consiglio degli autoctoni di pranzare all’Enoteca da Renato dove è possibile godersi un ottimo pranzo in compagnia del vostro quadrupede. Il proprietario, un vero oste, non vedrà l’ora di raccontarvi come la tradizione incontra le materie prime e l’innovazione nel suo menù, per nulla scontato e decisamente ricercato e… buonissimo. Lasciatevi poi tentare da una scelta di vini assolutamente interessante. Ovvio che a ogni angolo della città troverete profumi interessanti, locali incredibili e se riuscite a infilarvi in casa di una nonna piacentina sareste le persone più felici al mondo, ma non abbiamo ancora avuto modo di testare tutte le locande della zona, quindi per ora vi consigliamo questa, aggiornamenti il prima possibile!
Verso il primo pomeriggio, con pance piene e soddisfatte, sembra già che la giornata fuori porta sia finita, e per parte del gruppo è così, ma non per noi. La casualità ha voluto che proprio il 16 maggio ci fosse a Grazzano Visconti, un evento in onore di Game of Thrones, l’Incanto del Trono e casualmente Grazzano è a circa mezzora da Piacenza, quindi come potevamo non andare? Breve premessa, sì… facciamo parte di quella larga fetta di popolazione mondiale iper fan del Trono, non giudicateci, o fatelo… come preferite, fatto sta che lasciata Piacenza raggiungiamo questo borgo fuori dal mondo.
Grazzano Visconti
La prima cosa che notiamo è che se qualcuno decidesse normalmente di andare in giro per quelle vie con tuniche, spade o vesti ricamate, nessuno lo vedrebbe come fuori luogo. È un tuffo nel passato, è un piccolo gioiello medievale che lascia di stucco e fa innamorare chiunque ami storie, leggende e cavalieri.
Qualche chicca storica, così da usare come “neddoto” se doveste andare a visitare questo incanto. Secondo alcuni documenti ritrovati dagli storici il borgo di Grazzano Visconti ha origini nel 1300, anche se la sua vera storia iniziò nel 1400 quando Gian Galeazzo Visconti concesse alla figlia Beatrice e al suo neo sposo Giovanni Anguissola di costruire un castello in questa zona. Il borgo nel quale vi troverete a passeggiare e che noi abbiamo visto invaso di persone tra bancarelle e personaggi vestiti da Westeros, ha visto la sua costruzione nel Novecento, grazie al conte Giuseppe Visconti che si occupò infatti della progettazione dello scenico paesaggio, dalle dimore medievali alle botteghe fino alla scuola di arti e mestieri. L’obiettivo del Visconti era quello di creare una cornice adatta alla maestosa corte del castello, ma anche quello di dare lavoro ai giovani che uscivano dalla scuola di arti di Grazzano. Oggi il borgo di Grazzano Visconti è una città d’arte incredibile, un gioiello che deve la sua fortuna ai coniugi Giammaria e Violante Visconti che si sono occupati dei lavori di manutenzione negli ultimi decenni.
Il borgo, dove è magico perdersi, si caratterizza per affreschi, sculture, torri, merlate, fontane e balconcini, ogni genere di elemento tipico medievale. La piazzetta principale, detta anche del Biscione, è forse la zona più caratteristica del borgo con la torre merlata, la fontana, il Palazzo Podestarile e il pozzo con un basamento in cotto e lavorato con lo stemma dei Visconti. Durante l’evento alle sue spalle si ergeva il Trono di Spade sul quale chiunque poteva sedersi per una foto e un momento di gloria.
Perfetta cornice per eventi che richiamano il mondo del fantasy, come dimostra il successo di questa iniziativa, è curato in ogni dettaglio, tanto da avere anche la sua personale leggenda di fantasmi. Si tratta di una donna, Aloisa. La sua storia si è tramandata negli anni grazie ai racconti degli abitanti e narra di di una sposa di un capitano della milizia che fu tradita dal marito e che morì di gelosia e dolore. Sempre secondo i racconti, qualche anno più tardi il fantasma fu visto dal Duca Giuseppe che ne tracciò un ritratto. Girando per il borgo vi capiterà di imbattevi in statue che rappresentano una donna non alta, rotonda e con le braccia conserte ed ecco Aloisa. Oggi, è diventata simbolo di protezione per gli innamorati, tanto da avere anche una sua sedia a muro intagliata nel legno a memoria della sua storia.
In tutto questo, Loki ha conosciuto il suo primo branco di lupi. Eh sì, perchè la casualità vuole che nel Trono di Spade i lupi abbiano un certo peso ed era in calendario una sfilata di “metalupi” Cecoslovacchi al quale ci è stato chiesto di partecipare. È stato emozionante vederlo rapportarsi con dei suoi strettissimi cugini e decisamente affascinante vedere le loro dinamiche interne.
Woooow… un vero branco, cioè un branco di lupetti come me!!! È stato incredibile, ho conosciuto Aragorn, più grande di me e un’altra mezza dozzina di ragazzi, insieme abbiamo fatto un giro esplorativo in mezzo alle persone e in loro compagnia era tutto così emozionante, ma nulla in confronto dell’ululato di gruppo. Mai ululato così bene, anche gli umani ululavano con noi! Pazzesco!
Dopo aver fatto il giro del borgo tra voci ammirate, sospiri sognanti e “ma sono davvero lupi” sussurrati a mezza voce, tra un ululato e una foto con il Jon Snow italiano, ci lasciano alle spalle Grazzano, la sua magia e le sue leggende.