G ita in montagna con le zie! Oggi ho un bel branco da tenere sott’occhio, ma ci sarà la Nala (meticcio da caccia) a darmi una mano… so che non mi ama tantissimo, ma sono certo che insieme terremo gli umani belli compatti e al passo!
Già trovare l’inizio del sentiero risulta difficoltoso e ci troviamo un paio di volte a passare davanti alla viettina semi nascosta che porta al parcheggio. Quindi, nel caso vogliate affrontare anche voi questa passeggiata, sappiate che Via Grassi Lunghi non è particolarmente indicata. Noi ci siamo fermate al primo parcheggio visibile (sotto un pilone dell’alta tensione), ma abbiamo percorso il primo – lungo – tratto di strada continuando a richiamare i cani a causa di un infinito andirivieni di auto, quindi sappiate che proseguendo troverete un’altra ampia area parcheggio subito passata una chiesetta con fontanella. Dalla chiesetta si prende il sentiero che punta a destra, è una simil carrabile e ci vuole poco perchè scopriamo che serve a far salire i mezzi di una fattoria dove abbiamo il primo incontro spiacevole della giornata.
Sì, sì, è successo… la mia umana ha discusso a causa mia e mi ha riacchiappato nonostante fossi tranquillo per i fatti miei perchè accusato di far fuori caprette e caprioli. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che vengo discriminato perchè voluminoso e lupino, ma va beh… L’umano proprietario della fattoria ha urlato contro la mia umana per diversi minuti prima che fosse convinto che lo stesse ascoltando e che mi avesse effettivamente rimesso al guinzaglio, alla fine tutto il branco si è rimesso in marcia ben prima che si smettessero di sentire i suoi brontolii…
NOTA BENE: stare attenti al proprietario della fattoria e al cane pastore che vaga libero per la loro proprietà priva di recinzioni, entrambi sono poco socievoli.
Una volta lasciate alle nostre spalle la fattoria e i suoi borbottii continuiamo sul sentiero che, è bene sapere, se c’è una giornata serena è veramente caldo, sopratutto se pensate di farlo in estate. Noi abbiamo affrontato questa passeggiata a fine marzo e già accusavamo il sole pieno. Fortunatamente poi si arriva a un bivio dove è necessario seguire per il rifugio Pialeral. Da lì si inizia a salire con una ripidezza interessante – e sì, s’intende che tira un po’ se non si è allenati – il sentiero si addentra nei boschi e la temperatura e il paesaggio cambiano lasciando posto ai faggeti e a un sottobosco abbastanza secco a causa della mancanza di piogge nel periodo. Saliamo lentamente e ci accorgiamo presto che stiamo per arrivare perchè gli alberi si diradano e iniziano ad accoglierci i prati di altura. E qui, altro incontro disagio della giornata. Loki, a differenza di Nala, abbiamo recentemente scoperto ama l’acqua e, caso vuole che c’è un laghetto alpino vicino al rifugio. Ora, spiegate voi a un cucciolo di qualche mese che deve aspettarvi prima di buttarsi… ve lo assicuro, è alquanto impossibile, o almeno lo è stato per noi. Peccato solo la crisi isterica di un’avventrice della zona ristoro che raccoglie il suo volpino da terra, si inerpica su una panchina e urla isterica che non ci si comporta così. Tra il divertito e il rassegnato, resto a curare Loki che ignaro del disagio che ha creato si gode la sua prima vera nuotata e l’inaspettata e interessante caccia alle rane.
Ora, che figata pazzesca nuotare!!! Mièvenuto subito così naturale… certo più stancante che correre sulla riva, ma mi piace moltissimo! E ho anche scoperto che fuori dall’acqua le rane non sono così difficili da prendere, ma una volta che scappano nel lago sono praticamente impossibili da acciuffare, in ogni caso consiglio assolutamente di non mangiarle… non sono stato benissimo dopo.
Una volta deciso che ci si poteva tranquillamente fermare lì per il pranzo, ci accampiamo e scopriamo che dall’altro lato della montagna si poteva anche salire in macchina e ci giustifichiamo così l’incredibile andirivieni di gente, mountain bike e persone che in montagna solo per sbaglio. Ci godiamo la nostra pausa relax tra un paio di legnetti lanciati, qualche rana catturata, una decina di tuffi e tre ragguardevoli tentativi di furto ai danni del nostro pranzo al sacco, fortunatamente tutti sventati per tempo. Quando poi la nostra radura all’ombra si fa troppo affollata, iniziamo la discesa per lo stesso sentiero e in breve tempo raggiungiamo l’auto.
ps: il simpaticone della fattoria era lì ad aspettare di vedere se avessi tenuto Loki al guinzaglio, fortunatamente lo avevamo previsto e il lupetto è stato rimesso agli ordini ben prima di arrivare sul confine della proprietà, confine che comunque è solo intuibile.
Il sentiero in sé è interessante, da questo appena descritto il progetto originale prevedeva di puntare al Rifugio Brioschi e sulla via intercettare un altro sentiero che avrebbe creato, girando sulla destra, un giro ad anello. Il progetto è lentamente naufragato perchè siamo partite tardissimo, arrivate al laghetto avevamo caldo, sete e fame e si stava troppo bene a chiacchierare con l’aria fresca di montagna… quindi quando la rifaremo con il giro completo aggiorneremo sicuramente il racconto, per ora, passeggiata a tratti impegnativa, adatta a tutti se non ci si mette una tabella di marcia a rompere le scatole.