Inauguriamo così la nostra rubrica “Non ascoltate Cappuccetto Rosso”… dove cercheremo di conoscere il lupo, di capirlo e imparare ad amarlo. Il lupo, un mio cugino non così lontano, ha tanto da raccontare e visto che lo sento molto vicino, qui prendo io la parola.

È uno degli animali più temuti e rispettati fin dall’antichità, in molti lo temevano, soprattutto a causa di alcuni furtarelli di bestiame che sono stati raccontati e passati di bocca in bocca con dettagli sempre più alla Quentin Tarantino, cosa che ha creato una brutta nomea ed è un retaggio che rimane nel folklore e nelle favole – vedi appunto Cappuccetto Rosso o i vari lupi mannari – ma è tanto maestoso da ispirare anche leggende super fighe come la Lupa che allattò Romolo e Remo, fondatori di Roma.
Ma chi è veramente mio cugino? Qual è la sua storia, quali sono le sue abitudini?
La nostra storia inizia milioni di anni fa, circa 30, quando la Terra – mi dicono – non era esattamente come la conosciamo noi oggi, cera un’enorme disponibilità di vegetazione e questo portò alla forte riproduzione e diffusione di erbivori, ungulati in particolare, i bis-bis-bis-… nonni dei nostri cavalli, bovini e ovini, giusto per intenderci. e… beh se ci sono tanti erbivori, sì, c’erano anche tanti predatori, tra cui i lupi sono risultati particolarmente versatili e adattabili, tanto che risultano essere una delle specie che più si sono diffuse nel pianeta, fatta eccezione per Australia e America meridionale.
Mio cugino, grazie a questa ampia diffusone mondiale, ha dimostrato di poter sopravvivere sia in climi molto freddi che molto caldi ed è in grado di restare senza mangiare anche per giorni – cosa che non ho ereditato affatto da lui – ed ha un’organizzazione sociale che gli permette di cacciare anche molte prede in poco tempo, ed ecco spiegato il mito del CapoBranco o Alpha (che poi vedremo meglio).
Vive un po’ ovunque, ha infatti un habitat moooooolto vario, per esempio, qui in Europa predilige i boschi che sono terreni di caccia favorevoli con un ragguardevole numero di pappa da cacciare e dell’assenza di elementi di disturbo, come le attività umane. E nel famoso Ciclo della Vita che ho sentito nominare in un cartone che guarda spesso la mia umana, i miei cugini hanno vissuto per secoli, ma non è stato così semplice nelle zone più civilizzate.

La presenza di sempre meno bestiame selvatico, dovuta alla pratica dell’allevamento e al massimo sfruttamento del terreno, ha drasticamente diminuito la popolazione di lupi in questi luoghi, ma non è roba di ieri. Qui in Italia, per esempio, già dall’Antica Roma il lupo si è visto togliere ettari di foresta, per poi migliorare la situazione, nel Medioevo. Ho scoperto che in questo periodo l’uomo tra guerre, pestilenze e altro, non se la passava particolarmente bene e beh, i boschi sono aumentati e il numero di cugini anche, ma con un aspetto diverso… l’aumento dei boschi non ha portato più selvaggina. Così i lupi hanno iniziato a “fare la spesa” tra i greggi allevati dagli uomini e per quanto inizialmente questi due schieramenti si tollerassero, a lungo andare non fu più così.
Tra il 1600 e il 1700 furono intraprese varie azioni governative che premiavano lo con ricompense in denaro, pratiche che hanno avuto come risultato la decimazione in molti paesi Europei e Nordamericani e, in certi casi, lo sterminio completo della specie.
Già, è una cosa abbastanza triste, anche perchè ci fossero stati più boschi con più erbivori, tutto questo non sarebbe successo. Fortunatamente alcuni cugini, sono sopravvissuti in zone meno abitate come quelle dell’Europa dell’Est o l’Asia. così, sappiate che, contrariamente a quanto si crede, ha seriamente rischiato l’estinzione fino ai tempi della Seconda Guerra Mondiale e meno male che non si è estinto, o neanche la mia razza sarebbe nata!

Fortunatamente negli ultimi 50 anni c’è stata un’inversione di tendenza che ha portato a un vero ripopolamento, dovuto in gran parte al fatto che il bestiame allevato “industrialmente” è completamente al di fuori portata, motivo per cui la necessità di cacciare il lupo è pressoché scomparsa – purtroppo esiste ancora qualcuno che lo fa per divertimento, ma è un problema che non coinvolge solo i lupi…
Fortunatamente, sono felice di aver scoperto che sono tantissimi i progetti a salvaguardia della specie e numerose sono le riserve naturali, distribuite in molti paesi, che ne rispettano l’habitat e le abitudini. Al momento i miei cugini italiani sono una specie protetta e se dovessero, per sbaglio, intercettare una pecora o un altro capo di bestiame, per fortuna gli allevatori vengono risarciti dalle Regioni.
Al giorno d’oggi la popolazione lupina, molto ristretta in partenza, cresce circa di un 60% all’anno in Italia e sono molti gli appassionati che ne studiano il comportamento e le abitudini; sembra dunque, che almeno per ora, siamo fuori pericolo!
Bene, vi ho presentato così un po’ di storia, ma mi piacerebbe davvero che insieme scoprissimo tutti i segreti del lupo… chissà che poi vi stia più simpatico!