
Una volta arrivati qui troverete un ampio parcheggio a circa un’oretta abbondante da Milano. Lasciate la macchina, caricatevi in spalla lo zaino, preparate le bacchette e via, tornate sui vostri passi e prendete la via che sale a destra in un paesino, passate il B&B e tenete la carrabile che svolta a destra, sentiero 10 per San Pietro al Monte. È questa la prima tappa del percorso di oggi. La nostra piccola compagnia, vestita come richiede la stagione (scriviamo a Febbraio) dopo qualche paio di manciate di minuti è già ferma per due soste da “meglio togliere uno strato”.
Questi umani sono sempre lì a bere un goccio d’acqua, il tè, il cioccolatino… e io e Utah lì ad aspettarli mentre fanno il loro comodo! Per fortuna che legnetti da sgranocchiare e prati in cui correre non mancano… e poi questo nuovo zio, lui sì che va… va di brutto!
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Proseguiamo su un sentiero assolutamente ben segnato che sale, innegabilmente e tra gradoni in pietra, boschi dai colori della stagione sbagliata, primule e statue in legno arriviamo in quasi un’oretta scarsa in vista di San Pietro al Monte. Sulla via, ogni tanto, abbiamo raccolto qualche nozione sulla sua storia, ma oltre ad accennarvi che fu voluto da Desiderio, re dei Longobardi, non vi diciamo altro… leggere e riprendere fiato fa parte del fascino di questo sentiero.

Qui c’è un’aria strana, c’è tranquillità, silenzio… è un posto strano, in cui non mi permettono di correre libero, ma anche se non ne capisco la ragione, sembrano tutto irremovibili a riguardo… e intanto che la mia umana esplora l’interno di una di queste strane case in pietra, io metto a dura prova la resistenza del nuovo zio… e si dimostra all’altezza della mia sfida! Mica molla il ragazzo!!!
L’interno della chiesa ha quel profumo di storia e aria di montagna che è unico nel suo genere, perfettamente riconoscibile, identitario… gli affreschi raccontano storie di uomini, draghi e fede. Il suo silenzio è unico. Davvero un luogo affascinante in cui perdervi per qualche secondo prima di riprendere il cammino.
E si riprende, attraversati i verdi prati attorno agli antichi edifici in pietra, si prosegue verso la cima, verso il rifugio del Cornizzolo. E si sale, sì gente, si sale.
Nuovamente a correre nei boschi, ora si che si ragiona e si va su, saltando da una pietra all’altra seguito da Utah che lo so, mi considera un po’ cretino per quanto faccio avanti e indietro!

Arriviamo al rifugio dove ci balena per un attimo la folle idea di raggiungere la croce che vediamo sulla sinistra, poi però fame e buonsenso ci fermano poco oltre il rifugio, in mezzo ai prati. Ci godiamo la vista immaginando come sarebbe senza foschia e mentre Mirko intrattiene alcuni ciclisti, noi intratteniamo i canini, o meglio Loki – ovviamente.
Ma dico io!?!? Siamo sulla cima di un monte, ho appena mangiato e bevuto e al posto di correre libero sono legato a una staccionata solo perchè loro devono ancora finire il pranzo? Bah, son strani questi umani…

Tè caldo e si scende, e come sempre la discesa è più veloce della salita, ma non meno impegnativa. Si scivola sui sassi lisci e il sottobosco in alcuni punti ha conquistato il sentiero rendendolo un po’ meno stabile. Tuttavia nella luce calda che precede il tramonto invernale è assurdamente piacevole scendere godendosi silenzi, chiacchiere e ricordi di scuola.
Si torna già alla macchina, devo già salutare Utah e contare i giorni per la prossima avventura… ma questa mi è piaciuta, questa era immersa nei boschi, con anche una bella vasca-abbeveratoio dove tuffarmi! Meglio di così?!
Andata e ritorno, con pausa pranzo è stimata a 3 ore e mezzo, di buon passo, ma non correndo essendo il branco di oggi dotato di un’asmatica e di una col passo easy… quindi è fattibile certo, ma non si può negare che salga e non ci sono molti punti di tregua a meno che non godiate – almeno nel primo tratto – delle letture sulla storia di San Pietro al Monte (e nel secondo tratto potrete prendervi della pause ad ammirare il paesaggio). Se in questi break ci mettete del cioccolato e del tè zuccherato, sarà decisamente più piacevole la salita. Lungo il percorso si trovano fonti d’acqua e per quanto il rifugio sia chiuso in bassa stagione, in alta offre certamente un piacevole luogo di ristoro. Ricordatevi però che è sempre molto affollato essendo base d’appoggio per il parapendio e il finale di molti percorsi di Mountain Bike.