O ggi si va a Vigevano, piccola perla del Rinascimento, che lascia stupiti per la sua semplicità e perfezione.

Poco distante da Milano (quasi 50km) per una gita fuori porta cittadina è una meta perfetta. Ovviamente Loki avrebbe preferito mille mila volta un’altra gita in montagna, ma noi si vuole un lupetto acculturato, quindi… bando agli indugi e via. Una volta trovato parcheggio, vaghiamo alla ricerca della piazza centrale e seguendo a naso le indicazioni di “cosa vedere a Vigevano” andiamo in esplorazione della città.

Non è la prima volta che visitiamo questa cittadina, ma la piazza Ducale – menzionata spesso e a ragione come una delle piazze più famose di tutta Italia – lascia sempre piacevolmente stupiti. Piazza voluta da Ludovico il Moro che nel 1492 chiese l’aiuto del Bramante (anche se la pavimentazione che vediamo oggi è stata realizzata agli inizi del secolo scorso). Mentre ammiriamo gli archi e ci chiediamo quanto costi ristrutturare una delle abitazioni sopra i chiostri che accolgono innumerevoli bar ricolmi di persone che chiacchierano, Loki decide di benedire la piazza sforzesca mentre noi camuffiamo l’imbarazzo.

Nulla, non sarei mai riuscito a trattenerla ancora per molto, faceva freddo, c’era un po’ d’aria e nessuna aiuola o prato nelle vicinanze, quei sassi mi sembravano l’ideale, anche se dalle facce imbarazzate degli umani forse – viste le loro strane regole sociali – non era il massimo.

Scegliamo di scoprire i meandri del castello che nell’intenzione di Ludovico il Moro sarebbe dovuto diventare un sontuoso palazzo rinascimentale che con la piazza la costruzione di opere civili come mulini e cascine, avrebbe trasformato Vigevano nella “città ideale” secondo i principi di Leonardo.

Ci arrampichiamo sulle scale che portano alla Torre del Bramante – alta più di 60 metri, dove – se non avessimo avuto Loki – ci saremmo arrischiati ad arrivare al punto più alto per ammirare la vista della città, con l’occhio che certamente avrebbe individuato subito il castello e la Cattedrale di sant’Ambrogio, il completamento perfetto della piazza, anche se è stata sistemata in un secondo tempo.

Decidiamo invece di fare retro front e arrivarci a piedi senza preview. La cattedrale è a colpo d’occhio la perfetta conclusione della sinfonia della piazza, la raggiungiamo per poi inoltrarci nel dedalo di viuzze medievali che ci portano al castello.

È inverno, la luce scende presto e già alle 15 circa, quando arriviamo, Loki accusa la passeggiata forzata in città. Ci sediamo un attimo ammirando le mura e il mercatino con pista di pattinaggio. Dopo una breve pausa, ci godiamo l’atmosfera passeggiando con del buon vin brüle caldo e incamminandoci lungo la strada coperta lunga 167 metri e larga 7, realizzata nel 1347 da Luchino Visconti, che permetteva ai signori dell’epoca di accedere al Castello senza essere visti. Un salto indietro nel tempo.

Finalmente arriviamo in una zona interessante, usciti da quello strano tunnel arriviamo su un fiume, io non vedevo l’ora di tuffarmici dentro, anche se si faceva freschino, ma nulla… gli umani me l’hanno impedito, ma che ne capiscono loro di divertimento canino?

Quando le luci del giorno iniziano a essere sostituite dai lampione e la temperatura perde quei gradi regalati dal sole, torniamo sui nostri passi, andando verso casa convinti che Vigevano valga sempre la pena di essere vissuta e vista.